Page 177 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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La campagna deL 1919 e iL ritiro deL cSeo 175
va su di un poggio a destra della strada, dal quale si dominava sia la gola che il
terreno rialzato, fino all’abitato di Tulup.
Come previsto, una volta che i cecoslovacchi e i bianchi si furono addentrati
nel passaggio, si sviluppò l’attacco nemico, mirante a bloccare la testa della
colonna e ad aggirarla in modo da imbottigliarla col fiume alle spalle. Volte in
fuga le truppe russe e gran parte di quelle ceche, come a Imberski solo il fuoco
dei pezzi italiani valse ad arginare l’attacco nemico, fino a dar tempo ai cechi di
organizzare una difesa. Fallito l’agguato, il nemico si ritirò fin dentro il paese,
per poi abbandonarlo poco dopo. Le truppe italo-russo-ceche occuparono infine
Tulup. Ma la giornata non era ancora finita.
“Alle 17.30 si giunge a Tulup. Mentre la sezione sbasta i muli si viene
attaccati nuovamente da un gruppo di bolscevichi che era già nel paese.
La fucileria è diretta sui quadrupedi del mio reparto dalla distanza di non
più di 100 metri. Russi e czechi scappano precipitosamente lasciando la
sezione sola. Vedendo il pericolo di perdere pezzi e munizioni apro il
fuoco a shrapnell a zero e ordino a tutti gli artiglieri di tenersi pronti ad
andare alla bajonetta. Il nemico però prende una fuga precipitosa abban-
donando molti cadaveri sul posto. Li inseguo col tiro a tempo e sparo in
totale 119 shrapnell”.
Passato il pericolo, la colonna cominciò a radunarsi per riprendere la marcia,
ma il clima non poteva dirsi sereno.
“Calmata la situazione czechi e russi ritornano. Dichiaro di averli insultati
in lingua russa con le parole più obbrobriose gridando con quanta forza
avevo e di averli minacciati di aprir contro loro il fuoco coi miei pezzi se
si fosse ancora una volta ripetuta quella fuga. Era la seconda volta che lo
facevano in quella giornata. Al colonnello czeco e ai suoi Ufficiali rivolsi
le stesse parole che avevo rivolto alla loro truppa precedentemente”.
Il 27 maggio la Sezione di artiglieria rientrava a Sosnovka, ricongiungendosi
con la 1ᵃ Compagnia. Tre giorni dopo quest’ultima veniva rimpiazzata dalle
compagnie 3ᵃ e 4ᵃ per fare poi ritorno a Krasnojarsk, dove già era rientrata la 2ᵃ
compagnia. Nel corso delle operazioni, oltre ai feriti, si era dovuto lamentare un
morto fra gli italiani, in seguito allo scoppio accidentale di una granata a mano,
forse dovuto ad un proiettile nemico.
Il bollettino del comando russo di Omsk dette notizia il 23 maggio dell’esito
del rastrellamento, concludendo:
“Le perdite del nemico sono state ingenti. Un comandante di reggimento