Page 180 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                 consistenti, al fine di prendere il controllo di una vasta regione delimitata a sud
                 dal tracciato della Transiberiana, a ovest dal corso dello Jenisei e a nord dal suo
                 grande affluente Angara.
                    La colonna del ten. col. Romerov (600 fucili, 40 cavalli, 16 mitragliatrici, 4
                 cannoni) caricata su di una flottiglia avrebbe risalito da Krasnojarsk lo Jenisei
                 e poi l’Angara fino alla confluenza in questo dell’Usolca, del quale avrebbe
                 poi risalito il corso sbarcando infine poco a nord di Tasseiev, la base dei rossi
                 non oltre il 6 giugno. Su Tasseiev si sarebbero poi dirette l’8 di giugno da sud
                 la colonna del tenente Ponamerov (300 fucili, 2 mitragliatrici, 2 cannoni) pro-
                 veniente da Kasascinsky, e da sud-est quella del colonnello Krassillikov (1.400
                 fucili, 300 cavalli, 12 mitragliatrici, 2 cannoni) proveniente da Aban, mentre
                 quella del tenente colonnello cecoslovacco Jak (1.500 fucili, 100 cavalli, 2 can-
                 noni) sarebbe avanzata alla destra di Krassillikov su due colonne dalle stazioni
                 di Kansk e Taiscet chiudendo al nemico la via di fuga verso est.
                    Occupata Tasseiev le truppe bianche avrebbero quindi rastrellato tutto il ter-
                 ritorio fra l’Angara e la Transiberiana liberandolo dalla presenza nemica.
                    Del gruppo di Romerov, cui era affidato l’operazione sull’Angara, faceva
                 parte anche una dozzina di soldati italiani comandati da un ufficiale che avremo
                 modo di incontrare più in là, il capitano Emilio Ferraris. Poco prima di partire
                 da Krasnojarsk, Romerov aveva voluto infatti rafforzare la propria colonna an-
                 che con un contingente italiano. Fassini Camossi fu piuttosto sconcertato dalla
                 richiesta. In quel momento il presidio italiano della città era limitato ad un solo
                 battaglione e ai pochi carabinieri, e l’istanza dei russi gli poneva un problema
                 di difficile soluzione: accettare indebolendo le forze a propria disposizione o
                 rifiutare, rischiando di incrinare i rapporti con gli alleati .
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                    Dopo molte insistenze Fassini Camossi concesse a Romerov la partecipazio-
                 ne di 12 volontari e di un ufficiale, ma a condizione che il comando del piccolo
                 reparto dipendesse solo dai cechi e che questa operazione fosse l’ultima alla
                 quale le truppe italiane avrebbero partecipato. Il comandante italiano ne dette
                 comunicazione il 23 maggio in modo chiaro al maggiore Pancrazi, che aveva
                 sostituito il maggiore Gaggiotti al comando del battaglione italiano, che in quel
                 momento si trovava a Klukvennaja:
                       “Ho concesso i reparti italiani, ripeto, per questa operazione di guerra e per
                       nessun altra […]. I reparti italiani finiranno l’attuale operazione di guerra
                       sotto il comando czeco-slovacco dopo di che, ripeto ancora, torneranno



                 312  Comunicazione di Fassini Camossi a Filippi di Baldissero del 14­7­1919. AUSSME, F­3, B. 272,
                    f. 6, allegato 12.


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