Page 176 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                 brava progettato appunto per facilitare gli agguati nemici.
                    La prima resistenza venne incontrata nel villaggio di Janovsk (chiamato al-
                 trove nei documenti anche Enovskii), dove l’artiglieria italiana ebbe il battesi-
                 mo del fuoco in terra russa, aprendo la strada coi propri colpi all’occupazione
                 del villaggio, sgombrato in fretta dal nemico sotto il fuoco dei pezzi italiani.
                 “I pochi prigionieri presi sono fucilati sul posto”, annota ancora il comandante
                 della Sezione. La marcia prosegue quindi nel pomeriggio e, alle 17, viene oc-
                 cupata Kubensky .
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                    Il giorno successivo durante la marcia di avvicinamento a Sosnovka, alle
                 13.30, poco prima del villaggio di Imbesk la colonna venne fatta improvvisa-
                 mente segno di un violento fuoco di fucileria proveniente dalle basse alture ai
                 lati della strada. Disordinata dal fuoco nemico la formazione russo-ceca faticò
                 non poco a reagire, mentre il nemico si faceva sempre più da presso cercando di
                 aggirare la colonna immobilizzata.
                    In mezzo ad una grande confusione di uomini e carriaggi l’artiglieria italiana
                 fu costretta a portarsi in primissima linea e a sparare a shrapnel sui bolscevichi
                 avanzanti, spostando il tiro sia alla destra che alla sinistra dello schieramento,
                 dove di volta in volta il nemico attaccava, “causa la quasi completa inazione
                 delle due sezioni di artiglieria czeca”.
                    Un ufficiale italiano dovette persino minacciare arma alla mano i conducenti
                 dei carriaggi, tutti civili costretti bon gré mal gré a partecipare all’operazione,
                 perché non fuggissero abbandonando i veicoli.
                    Al termine di un furioso combattimento infine, il contrattacco dei rossi ven-
                 ne respinto e alla sera avvenne il congiungimento a Sosnovka con la colonna di
                 Romerov. La Sezione di artiglieria aveva sparato ben 342 colpi .
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                    L’indomani venne occupato senza resistenza anche il villaggio di Kiascoe,
                 dove la 1ᵃ Compagnia rimase di guarnigione fino alla fine del mese. La Sezione
                 da montagna proseguì invece il 23 maggio assieme ai cechi e ad un reparto rus-
                 so, alla volta dei villaggi di Tulup e Narva, sulle rive del fiume Mana. Ancora
                 una volta la natura del terreno facilitava non poco l’azione dei difensori.
                    La strada su cui la colonna si snodava “incassatissima” attraverso un terreno
                 boscoso e scosceso che subito prima di Tulup attraversava un passaggio ancor
                 più angusto fra un sistema di ripide colline a destra ed il fiume Mana sulla
                 sinistra. Intuendo che la strettoia si prestava magnificamente ad un agguato il
                 comandante italiano della Sezione di Artiglieria prese posizione di sua iniziati-



                 306  Ivi, p. 2.
                 307  Ivi, p. 3. La cifra appare in effetti piuttosto alta considerando che si trattava di due soli cannoni.


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