Page 171 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
P. 171

La campagna deL 1919 e iL ritiro deL cSeo            169


                                    la guerra cIvIle nella sIberIa centrale
                                    e la rIcognIzIone In forze sullo jenIseI
                      Mentre gli eventi del fronte occidentale volgevano fra maggio e settembre
                   1919 a sfavore dei bianchi, nella Siberia centrale la situazione si era mantenuta
                   in un sostanziale equilibrio, con i contingenti alleati padroni delle città ed i
                   guerriglieri bolscevichi padroni delle campagne. Con l’avanzare della primave-
                   ra però, l’attività delle bande bolsceviche contro i convogli della Transiberiana
                   si era fatta sempre più molesta ed aveva impegnato in modo crescente le forze
                   russe ed alleate del retrofronte siberiano. Nell’intera Siberia il movimento par-
                   tigiano contava circa 140.000 combattenti, e costituiva oramai una minaccia
                   serissima alle comunicazioni di Omsk con Vladivostok .
                                                                      297
                      Dal gennaio '19 anche il contingente italiano a Krasnojarsk dovette comin-
                   ciare ad occuparsi con sempre maggiore attenzione della sicurezza del tratto di
                   ferrovia affidato alla sua custodia. Proprio nella regione di Krasnojarsk infatti i
                   bolscevichi avevano costituito a cavallo della ferrovia una “zona liberata” con
                   tanto di governo locale “rivoluzionario”, e da quella avevano allargato la pro-
                   pria azione fino a spingersi nelle loro incursioni fin nelle vicinanze della città .
                                                                                         298
                   Il più pericoloso concentramento di guerriglieri della regione si trovava attorno
                   a Kansk, alcune miglia ad est di Krasnojarsk, ed era rappresentato da circa
                   4.000 cavalieri, comandati da un certo Schetukin, del quale vale la pena di ri-
                   portare un bizzarro proclama di chiamata alle armi rivolto ai contadini siberiani:

                         “A Vladivostok è arrivato il Granduca Nikolaj Nikolajevic e ha assunto
                         il potere su tutta la Russia, comandandomi di sollevare il popolo contro
                         Kolchack. A Mosca Lenin e Trockij si sono sottomessi al Granduca e
                         sono stati nominati suoi ministri. Invito il popolo ortodosso a prendere le
                         armi per lo Zar e per il potere sovietico” .
                                                           299

                      Al di là della sua confusa collocazione ideologica, l’azione di Schetukin era
                   stata fino a quel momento una continua minaccia per i convogli ferroviari che
                   transitavano fra Kansk e Krasnojarsk ed erano soggetti a frequenti attacchi e





                   297  G. BOFFA, Storia dell’unione Sovietica, Milano, Mondadori, 1976, p. 117.
                   298  Le forze bolsceviche nella regione a sud di Krasnojarsk sono state valutate in 6 reggimenti di fan­
                       teria ed uno di cavalleria. (vedi: P. MARAVIGNA Gli italiani nell’Oriente balcanico, in Russia e
                       in Palestina, Roma, Stabilimento tipografico per l’amministrazione della Guerra, 1923, p. 123).
                       Tale stima appare però probabilmente eccessiva, poiché è improbabile che le forze bolsceviche
                       della regione potessero inquadrare stabilmente un tale numero di uomini.
                   299  O. FIGES, La tragedia di un popolo, cit., p. 789.
   166   167   168   169   170   171   172   173   174   175   176