Page 169 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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La campagna deL 1919 e iL ritiro deL cSeo            167

                   Perm il 1° luglio, mentre a sud i rossi liberarono dall’assedio Uralsk l’11 luglio,
                   scongiurando il congiungimento sul Volga di Dutov e di Denikin .
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                      Questa volta l’avanzata non si arrestò sulla soglia degli Urali, ma proseguì
                   prendendo Ekaterinburg il 13 luglio e persino Celyabinsk il 25 seguente, dove
                   le forze di Dietrichs vennero sbaragliate al termine di un estremo tentativo di
                   resistenza organizzata.
                      A questo punto Trockij avrebbe voluto distrarre alcune unità per rafforzare
                   il fronte ucraino dove Denikin avanzava a pieno regime, ma Frunze ricorse allo
                   stesso Lenin per avere il permesso di proseguire. Lenin acconsentì .
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                      Forte  del  consenso  del  leader  supremo,  Frunze  si  volse  dunque  a  sud
                   alla  metà  di  agosto,  liberando  dall’assedio  Orenburg  e  inoltrandosi  nel
                   Kazakistan . Blucher proseguì invece verso est, oltrepassando gli Urali nei
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                   primi giorni di agosto.
                      Dei quasi 160.000 uomini di cui disponeva all’inizio di giugno, a Kolchack
                   ne rimanevano ora 15.000 in grado di combattere. Il resto erano morti, si erano
                   arresi o avevano disertato.
                      Solo nell’agosto inoltrato le armate sovietiche si arrestarono. Lenin poteva
                   dirsi molto soddisfatto: aveva sperato di superare gli Urali prima dell’inverno e
                   vi era giunto prima della fine dell’estate.
                      Alcune  unità  bianche  riuscirono  a  ripiegare  ordinatamente  fino  al  fiume
                   Tobol, dove si stabilì una estrema linea di resistenza, ma quasi l’intera Armata
                   Siberiana, composta per lo più di coscritti, disertò o si arrese. Molti soldati pas-
                   sarono ai bolscevichi, e non pochi andarono ad ingrossare le file dei briganti che
                   infestavano le foreste .
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                      Kolchack rimosse dal comando dell’Armata Siberiana il generale cecoslo-
                   vacco Gajda e tentò di riorganizzare le forze residue affidandone il comando
                   al generale Anatoly Pepeljaev . Ancora una volta l’Ammiraglio era deciso a
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                   290  “Truppa rossa giunta quaranta chilometri da Celyabinsk. Avanzata continua media due chilome­
                       tri giornalieri. Rallentamento non dovuto resistenza armata bianchi ormai dispersa ma probabi­
                       le trasferimento importanti forze rosse fronte Denikin. Ministero Omsk ricevuto ordine tenersi
                       pronto partenza. Riserva oro credo già partita credo Irkutsk probabile futura sede governo”. Te­
                       legramma di Filippi di Baldissero al Comando Supremo del 23­7­1919. AUSSME, F­3, B. 272,
                       fasc. 6.
                   291  Secondo alcuni fu questo anche in turning point della carriera di Trockij, fin qui leader indiscus­
                       so dell’Armata Rossa e da allora in poi sempre meno padrone di decidere autonomamente della
                       condotta delle operazioni. O. FIGES, La tragedia di un popolo, cit., n. p. 792.
                   292  La campagna si concluderà con la resa del generale bianco Belov l’8 settembre ad Aktiubinsk.
                   293  O. FIGES, La tragedia di un popolo, cit., pp. 785­787.
                   294  Radola Gajda, farmacista nella vita civile, era un ex­capitano austroungarico autopromossosi
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