Page 165 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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La campagna deL 1919 e iL ritiro deL cSeo            163

                      Anche al di là della questione dei rifornimenti, la situazione dei bianchi non
                   era lieta. Il ministro della guerra dell’Ammiraglio, il generale Budberg, al mo-
                   mento di assumere il proprio incarico la descrisse chiaramente:

                         “Tra i militari di truppa, lo sfacelo; negli alti comandi, ignoranza e incom-
                         petenza; nel governo, corruzione morale, divisioni e intrighi di ambiziosi
                         egoisti; nel paese, riottosità e anarchia; nella vita pubblica, panico, ego-
                         centrismo, malversazioni e perversione” .
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                      Poiché tutto accadeva quasi alla luce del sole, la stima delle potenze occi-
                   dentali in Kolchack diminuiva di giorno in giorno. Anche per presentarsi con
                   maggiore  credibilità  agli Alleati,  l’Ammiraglio  decise  dunque  di  riprendere
                   l’offensiva subito, approfittando dei rifornimenti e dei rinforzi che, fra ruberie e
                   inefficienze, aveva comunque accumulati durante l’inverno.




                                            preludIo dI una dIsfatta
                      La nuova offensiva di Kolchack fu fissata per l’inizio del marzo 1919, anco-
                   ra una volta verso Mosca, Archangelsk e il Volga. I cechi non avrebbero preso
                   parte ai combattimenti: tutto era affidato ai 100.000 combattenti delle tre armate
                   siberiane che l’Ammiraglio aveva messo insieme nella pausa invernale . Essi
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                   avrebbero sferrato un attacco sul corso del fiume Kama, sul quale il fronte si era
                   stabilizzato nel dicembre.
                      Quella del nord (generale Radola Gajda), formata da reclute siberiane, avreb-
                   be dovuto riprendere Viatka e marciare poi in direzione sud-ovest verso Mosca,
                   tagliandone i collegamenti con Pietrogrado e stabilendo a nord il contatto con i
                   contingenti alleati di Archangelsk.
                      Quella del centro (generale Mikail Hanžin), comprendente i reparti residui
                   dell’esercito di Samara e volontari anti-bolscevichi, avrebbe dovuto riconqui-
                   stare Ufa per poi marciare alla volta di Kazan, Simbirsk e Samara, investendo
                   Mosca da sud-est.
                      Quella del sud (generale Alexander Dutov), composta soprattutto da cosac-
                   chi, avrebbe avuto il compito di riprendere Aktubjnsk, Uralsk e Oremburg, ta-
                   gliando i contatti dei bolscevichi con il Turkestan, e poi marciare verso il Volga
                   su due direttrici per riunirsi a Samara con l’armata di Hanžin e più a sud, fra
                   Saratov e Caricyn, con l’Armata dei Volontari di Denikin e di lì completare


                   279  O. FIGES, La tragedia di un popolo, cit., p. 786.
                   280  G. BAZZANI, Soldati italiani, cit., pp. 301­305.
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