Page 66 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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inquietate. È un incidente puramente locale»” .
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La reazione sovietica non tardò a tradursi in una rottura con gli Alleati. All’i-
nizio di maggio in un rapporto al Comitato Centrale Esecutivo del Soviet di
Mosca, Lenin denunciò l’aggressione occidentale alla Repubblica Sovietica .
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Meno clamorosa ma altrettanto negativa fu la reazione statunitense. Il pre-
sidente Wilson rifiutò di avallare in qualsiasi modo l’operazione anglo-giappo-
nese e negò qualsiasi partecipazione americana. Il contraccolpo fu tale che lo
stesso ministro degli Esteri giapponese Motono, grande patrono dell’intervento
in Siberia, si dimise e fu sostituito il 23 aprile dal moderato Goto. I contingenti
a Vladivostok si reimbarcarono il 28 aprile.
È difficile dire se lo sbarco di Vladivostok sia stato la sola ragione che spinse
Lenin al suo repentino cambio di politica nei confronti delle potenze occidentali.
Probabilmente non furono estranei alla sua decisione argomenti convincenti
provenienti da Berlino, ma è certo che la politica dell’Intesa, che incerta se co-
operare coi sovietici o combatterli faceva un poco l’una e un poco l’altra cosa,
gli rese molto più facile decidere.
Forse l’occupazione del porto di Vladivostok non sarebbe ancora bastata a
far naufragare del tutto i rapporti fra Mosca e Parigi, se non vi fosse aggiunto
un mese e mezzo dopo “l’incidente di Celiabynsk”. Qui, il 25 maggio, un re-
parto cecoslovacco aveva rivolto le armi contro la guarnigione bolscevica della
cittadina, acquisendone il controllo. L’esempio era stato seguito da tutti gli altri
reparti cechi sparsi lungo la Transiberiana, e nell’arco di pochi giorni una vasta
regione a cavallo degli Urali fu sottratta al controllo del governo sovietico, ed i
collegamenti della Siberia con Mosca vennero interrotti.
la legIone cecoslovacca
I cechi protagonisti di questa impresa erano gli stessi prigionieri dell’eser-
cito asburgico che gli ufficiali della Missione Militare Speciale italiana aveva-
no visto reclutare nei campi di prigionia fin dal 1915. Armati ed equipaggiati
con materiale francese, questi reparti avevano raggiunto la consistenza di circa
40.000 uomini e, alla fine del 1917, il loro impiego contro gli Imperi Centrali
era ormai prossimo, quando la caduta del Governo Provvisorio bloccò tutto.
Rimasti nei campi di addestramento, i Legionari mantenevano una stretta
neutralità di fronte agli eventi russi, ma covavano dentro una crescente inquie-
107 J. SADOLUL. Note sulla Rivoluzione bolscevica, p. 301.
108 W. BRUCE LINCOLN, I bianchi e i rossi, p. 154.
capitolo terzo

