Page 71 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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La Legione CeCa                            69
                   presso i depositi giapponesi . Cosa quest’ultima che potrebbe alimentare alcu-
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                   ni sospetti circa lo sbarco di aprile. Scaduto l’ultimatum, i cechi occuparono la
                   città affiancati dai soldati alleati.
                      La resistenza russa fu dapprima molto debole, poi nei giorni seguenti i bol-
                   scevichi cercarono di concentrare alle porte della città forze sufficienti per un
                   contrattacco, ma il 5 luglio i cecoslovacchi li precedevano, attaccandoli e met-
                   tendoli in rotta a Nikolsk-Ussurik, e acquisendo così il controllo dell’intera città
                   e del suo circondario .
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                      Il 6 luglio, in una riunione a bordo della Brooklin presieduta dell’ammiraglio
                   americano Knight, si stabiliva un proclama con il quale gli Alleati annunciava-
                   no di intervenire a fianco dei cechi per “opporsi a qualsiasi disordine fomentato
                   dagli austro-germanici”.



                                     torna l’Idea dell’Intervento alleato
                      A dare una sponda ai cechi e ai neonati governi bianchi furono le potenze
                   dell’Intesa. Il governo cecoslovacco in esilio a Parigi chiese immediatamente
                   un intervento in soccorso dei connazionali bloccati in Russia, al quale tutte le
                   potenze aderirono immediatamente. Vi erano in questa adesione diverse moti-
                   vazioni. La sollevazione della Legione cecoslovacca infatti, se da una parte ave-
                   va dato occasione alle forze anti-bolsceviche di scendere in campo, dall’altra
                   offriva ai governi Alleati un insperato appoggio per i propri piani di riaprire un
                   fronte orientale contro la Germania.
                      La zona occupata dai cecoslovacchi era relativamente prossima ai principali
                   focolai di ribellione anti-sovietici. Poco più a sud di Celyabinsk si trovava la
                   città di Orenburg, nei cui pressi operavano gruppi di cosacchi bianchi, a nord-
                   ovest era Ekaterinburg, dove erano imprigionati i membri della famiglia impe-
                   riale, mentre ad alcune centinaia di km a sud-ovest, fra il Mar Nero ed il Volga
                   era la regione del Kuban, dove si stava organizzando l’Armata dei Volontari dei
                   generali Michail Alekseev e Anton Denikin.





                   121  M. SAYERS, A.E. KAHN, La grande congiura, cit., p. 52.
                   122  “Il 29 mattino alle 10 l’azione si compiva senza colpo ferire. […] Soltanto un combattimento
                       ebbe luogo dalle 5 alle 6 di sera allo Stato Maggiore della fortezza dove la resistenza fu accani­
                       ta ed il comandante, un ufficiale tedesco, venne massacrato. Le mitragliatrici tirarono per più di
                       un’ora; nella notte fra il 29 e il 30 un gran numero di spioni e prigionieri delle potenze centrali fu
                       arrestato”. Riassunto storico degli avvenimenti in Siberia dal giugno 1918, del col. Pichon della
                       Missione militare francese, Vladivostok 7 luglio 1918, p. 2. AUSSME, F­3, B. 272.
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