Page 75 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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La Legione CeCa                            73
                   con un contingente di circa 2.200 unità.
                      La forza di spedizione giapponese, composta da circa 30.000 uomini, benché
                   ridotta si trovò così ugualmente ad essere sproporzionatamente più grande delle
                   altre, cosa che le avrebbe consentito una condizione di quasi egemonia, e ciò
                   comportò l’ulteriore coinvolgimento americano. Benché avesse accettato di in-
                   viare forze nella Russia Europea in giugno, Wilson era rimasto al principio con-
                   trario ad un impegno in Siberia, ma ora non poteva lasciare al Giappone campo
                   libero. La guerra in Europa sembrava ancora ben lontana dalla conclusione e le
                   operazioni in Russia rientravano fra le questioni minori che il comando interal-
                   leato di Parigi doveva esaminare, ma gli americani sapevano bene che a Tokyo
                   esse erano la questione principale all’ordine del giorno.
                      Se per la Francia e la Gran Bretagna era prioritario ostacolare i piani tedeschi
                   in Russia, per i giapponesi la guerra civile russa offriva finalmente la possibilità
                   di esercitare un ruolo egemone nella Cina settentrionale e sulla costa pacifica
                   della Siberia ed era precisamente questo che a Washington si voleva evitare.
                      Tornato improvvisamente sulla propria precedente decisione, il 6 luglio Wil-
                   son annunciò al suo gabinetto l’invio di un corpo di spedizione di circa 8.000
                   uomini a Vladivostok . Abbastanza per fare da contrappeso ai giapponesi ma
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                   non tanti da dare all’opposizione l’opportunità di dire che il Presidente manda-
                   va i ragazzi americani a morire in Russia oltre che in Europa.
                      Il 17 luglio la partecipazione americana venne resa nota da una dichiarazione
                   ufficiale del Segretario di Stato Lancing e due settimane dopo il generale Wil-
                   liam Graves, che stava addestrando la sua unità a Camp Fremont in California,
                   in attesa dell’invio in Europa, riceveva l’ordine segreto di prepararsi immedia-
                   tamente alla partenza per Vladivostok via Hawaii e Filippine .
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                      Così nelle sue memorie Graves ricorderà la giornata del 2 agosto, quando
                   ricevette il dispaccio: “Andai a letto ma non mi riusciva di prendere sonno.
                   Continuavo a chiedermi che cosa facevano le altre nazioni e perché non mi si
                   dava qualche informazione su quanto accadeva in Siberia”  131 .


                   129  W. BRUCE LINCOLN, I bianchi e i rossi, cit., p. 155. Anche l’impegno alleato nella Russia
                       settentrionale andò da allora crescendo: un secondo contingente di 560 britannici sbarcò ad Ar­
                       changelsk il 2 agosto seguite da quello statunitense, denominato Spedizione Orso Polare. Ad
                       essi sarebbero seguite di lì ad alcuni giorni altre truppe alleate fra cui un contingente italiano al
                       comando del colonnello Augusto Sifola. P. MARAVIGNA, Gli italiani nell’Oriente balcanico,
                       in Russia e in Palestina, pp. 115­116. Le vicende del Contingente italiano in Murmania sono det­
                       tagliatamente raccontate in CACCIAGUERRA GIUSEPPE, Il Corpo di spedizione Italiano in
                       Murmania (1918-1919), Roma, USSME, 2014;
                   130  W. BRUCE LINCOLN, I bianchi e i rossi, cit., pp. 160­163.
                   131  M. SAYERS, A.E. KAHN, La grande congiura, p. 51­52.
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