Page 78 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                 il nome di Governo Provvisorio di Siberia .
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                    Faceva parte di questo governo anche Boris Savinkov, un social-rivoluzio-
                 nario esponente di spicco del terrorismo di inizio secolo, responsabile dell’o-
                 micidio del granduca Sergej Romanov, zio dello zar e del ministro dell’interno
                 Plehve. Nel disfarsi dell’autorità bolscevica in Siberia Savinkov, finanziato dai
                 francesi, si era impadronito con un gruppo di armati della città di Yaroslav in-
                 staurandovi un proprio governo, poi rifluito in quello di Omsk. Come spesso ca-
                 pita ai rivoluzionari una volta introdotti alle stanze del potere, anche Savinkov,
                 già vice-ministro della Guerra con Kerenskij, si era progressivamente spostato
                 su posizioni nazionaliste e conservatrici e rappresentava meglio di ogni altro
                 tanto le contraddizioni del movimento rivoluzionario russo quanto quelle delle
                 forze antibolsceviche, in cui i ravenants del vecchio regime sedevano al mede-
                 simo tavolo con ex-terroristi e agitatori rivoluzionari. Tutti combattevano dalla
                 stessa parte, ma tutti sudavano non poca fatica ad intendersi e fidarsi fra loro .
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                    Si ricreava insomma nella lontana Siberia quella assise eterogenea di forze
                 politiche che aveva preso il posto del potere zarista e che era stata cancellata
                 dai due colpi di forza bolscevichi dell’ottobre-novembre 17 e del gennaio 18.
                    La vecchia rivoluzionaria Jekaterina Breŝko-Breŝkovskaja, la nonna della
                 rivoluzione, che nei giorni di luglio era ad Omsk, giudicò il nuovo Governo
                 molto severamente:

                       “Gli uomini al governo non hanno né intelletto né coscienza. […] I sedi-
                       centi ministri non sono che punti interrogativi. A sentirli parlare è chiaro
                       che non credono né in sé stessi né nella riuscita della propria impresa” .
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                 136  “La popolazione fino a1 giugno non seppe nulla della sede del governo né delle persone che lo
                    componevano finché nel giorno suddetto a Tomsk venne pubblicata una dichiarazione firmata da
                    Boris Markef, Paolo Mikailof, Michele Limberg, membri dell’Assemblea Costituente Panrussa
                    e da Basilio Siderof, presidente dello Zemstvo, l’amministrazione provinciale di Tomsk, nella
                    quale era dichiarato finito il regime bolscevico nella Siberia occidentale e passata l’autorità al
                    Governo provvisorio della Siberia Occidentale, eletto dalla Duma territoriale. Si avvisava però
                    che fino a liberazione completa di tutto il territorio siberiano il potere sarebbe stato tenuto dal
                    Commissariato della Siberia Occidentale, composto dai personaggi sopra indicati”. Situazione
                    politica della Siberia alla costituzione della Missione Italiana, p. 2.
                 137  “Boris Savinkov, figura prestigiosa del partito social rivoluzionario, creò invece l’Unione per la
                    difesa della patria e della libertà, facendo appello agli ufficiali perché vi si unissero, e cercando di
                    costituire una vera organizzazione segreta, con centri a Mosca e nelle province, per preparare il
                    rovesciamento del regime bolscevico. Tuttavia queste organizzazioni erano deboli a causa della
                    loro dispersione, delle loro rivalità e soprattutto dei programmi anacronistici che andavano dalla
                    restaurazione monarchica alla convocazione di un’assemblea costituente morta prima ancora di
                    nascere”. H. C. D’ENCAUSSE, Lenin, cit., p. 293.
                 138  O. FIGES, La tragedia di un popolo, cit., p. 702.


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