Page 80 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                 co per ridare libertà alla Russia” . Sui russi, diceva in sintesi l’ufficiale fran-
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                 cese, non si può contare e se si vuole risolvere in via definitiva la partita col
                 bolscevismo occorre mandare un contingente molto più cospicuo, di molte de-
                 cine di migliaia di uomini, e instaurare senza troppe cerimonie un’occupazione
                 militare sulla Siberia fino a quando sarà necessario .
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                    La medesima opinione era oramai condivisa anche dal console britannico a
                 Pietrogrado, Lockhart. Dopo aver invano cercato di combinare, come Sadoul,
                 l’alleanza fra l’Intesa e i bolscevichi, Lockhart, il cui disprezzo per la classe di-
                 rigente russa era totale, tentò almeno di indirizzare l’intervento alleato in modo
                 efficace:

                       “Avendo rinunciato al mio punto di vista particolare ritenni doveroso da
                       parte mia il contribuire a far sì che l’intervento potesse avere almeno
                       probabilità di successo; e fino all’ultimo attaccai la teoria che i «leali»
                       russi  fossero  capaci  di  abbattere  i  Bolscevichi  […]  insistendo  sempre
                       sulla necessità di notevoli forze, senza le quali tutto il piano era destina-
                       to alla sconfitta. Avevo persino ideato una speciale formula: l’aiuto che
                       avremmo avuto dai «leali» russi» sarebbe stato in proporzione diretta alla
                       quantità di truppe che avremmo mandato in loro appoggio.
                       Certo, il risultato che ottenni fu assolutamente nullo […]” .
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                    I successi dei cechi ottennero comunque di ridare forza a Londra al partito
                 della guerra. Il 22 luglio Lloyd George ottenne infine l’approvazione dell’inter-
                 vento militare in Russia, sia pure nei limiti prima ricordati.
                    Già da tempo del resto Winston Churchill aumentava poco a poco il con-
                 tingente britannico nella Russia settentrionale, inviandovi cospicui rifornimen-
                 ti destinati ad equipaggiare i bianchi. Fra le armi inviate erano anche 50.000
                 granate a gas, di cui il politico britannico raccomandava un uso massivo per
                 accelerare le operazioni .
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                    I cechi dal canto proprio osservavano l’evolversi degli eventi con un ap-
                 parente distacco; a loro non interessava gran che quale forma prendesse l’am-
                 ministrazione del territorio, purché il loro cammino verso l’Europa non fosse
                 intralciato. Se gli slovacchi mostravano a volte un tratto più amichevole, i cechi



                 139  Riassunto storico degli avvenimenti in Siberia dal giugno 1918, del col. Pichon della Missione
                    militare francese, Vladivostok 7 luglio 1918, p. 8. AUSSME, F-3, B. 272.
                 140  Ivi, p. 9.
                 141  B. LOCKHART, Memorie, cit., p. 333.
                 142  V. SEBESTYEN, Lenin, cit., p. 400.


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