Page 85 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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per un governo che aveva almeno i crismi esteriori della formalità, installato in
una capitale, con un capo indiscusso ed un programma politico fin troppo de-
terminato, i bianchi non avevano nulla di tutto ciò. Non avevano nemmeno una
bandiera da impugnare di fronte alla popolazione, a parte quelle piuttosto logore
e fra loro incompatibili della Costituente e del nazionalismo russo conciliato
con vaghi propositi di democratizzazione e riformismo sociale .
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Al momento in cui gli alleati presero contatti con i principali comandan-
ti bianchi non tardarono ad accorgersi che costoro combattevano ognuno una
guerra per proprio conto, sovente si detestavano a vicenda e che i loro eserciti
versavano in condizioni molto precarie, tanto che per mantenersi ricorrevano
massicciamente alle requisizioni e ai saccheggi ai danni della popolazione,
presso la quale non erano certo popolari. Quanto alle forze politiche che soste-
nevano l’opposizione anti-bolscevica, gli Alleati ne diffidarono sempre, rite-
nendole, non senza ragione, litigiose e prive di figure di spicco.
Fin dall’inizio apparve dunque chiaro che le possibilità di successo delle forze
anti-bolsceviche erano legate all’aiuto che poteva venire loro dall’Intesa, il cui
scopo principale però non era la sconfitta dei rossi, ma quella della Germania.
Il trattatO dimenticatO: berlIno 27 agosto 1918
Mentre Alleati e bianchi iniziavano confusamente nella primavera-estate
1918 la propria collaborazione, negli stessi mesi, e con maggiore costrutto,
Germania e rossi facevano altrettanto. La stipula del trattato di Brest Litovsk
aveva segnato il passaggio dalla guerra alla pace per il più lungo fronte della
guerra. Per alcuni tuttavia, esso non era un punto di arrivo ma una base di par-
tenza. Nelle settimane seguenti, nelle stanze del potere di Berlino, si cominciò a
pensare, dato lo stato di guerra virtuale fra la Repubblica ei Soviet e gli Alleati,
ad una nuova fase dei rapporti russo-tedeschi. Benché a Berlino non mancas-
sero quanti avversavano l’accordo con Lenin e mantenevano contatti segreti
con gli antibolscevichi, i più, compreso il potente partito dell’industria pesante,
erano a favore di una grande intesa duratura con i russi a prescindere dal loro
regime politico . L’amicizia russo-tedesca era, secondo le categorie della geo-
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politica tedesca, scritta nella geografia, che è permanente e immutabile, mentre
la politica è transeunte e mutevole.
Lo stesso ambasciatore Wilhelm von Mirbach scrisse a Berlino che era con-
153 G. BOFFA, Storia dell’unione Sovietica, Milano, Mondadori, 1976, p. 113.
154 P. MELOGRANI, Il mito della Rivoluzione mondiale, cit., pp. 3031.

