Page 83 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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l’alleanza bianca
Gli interlocutori della strategia dell’Intesa erano dunque, oltre ai cecoslovac-
chi, i cosiddetti bianchi, un termine che indicava tutte le forze anti-bolsceviche.
Questo era in effetti il solo punto che accomunava soggetti che si differenzia-
vano in tutto il resto.
Esse potevano distinguersi in tre categorie: i partiti che i bolscevichi aveva-
no estromesso dal potere con la chiusura della Costituente -liberali, menscevi-
chi e social-rivoluzionari- le forze nazionaliste delle regioni periferiche dell’ex-
Impero russo, ed i militari zaristi, talvolta appoggiati dai circoli conservatori
sopravvissuti.
I primi rappresentavano probabilmente la maggioranza del popolo russo,
e benché molto disorganizzati, avevano comunque mantenuto delle strutture
clandestine ereditate dalla lotta allo zarismo. Nella stessa Mosca il potere dei
bolscevichi veniva insidiato da un Comitato Centrale Social-rivoluzionario e
dalla “Lega per la resurrezione della Russia”, che si proponeva di rovesciare
Lenin e ripristinare la Costituente.
Meno coeso era il fronte delle nazionalità minori, molte delle quali erano
persino disposte a collaborare coi bolscevichi.
I movimenti indipendentisti dell’ex-impero zarista, tutti di diverso orienta-
mento politico, erano stati infatti inizialmente incoraggiati dai bolscevichi, che
si presentarono come i fautori dell’autodeterminazione dei popoli oppressi .
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Con ciò Lenin si era guadagnato in un primo momento la benevola neutralità di
una gran quantità di partiti nazionali, a cominciare da quelli caucasici e centro-
asiatici, che al contrario nutrivano la più grande diffidenza per i partigiani dello
zarismo che volevano restaurare, e non lo nascondevano, la Russia, una, grande
e indivisibile.
Meno successo la politica delle nazionalità dei bolscevichi ebbe nel guada-
gnarsi il favore delle nazionalità “europee” dell’ex-impero: Finlandia, Polonia
e Stati baltici. In queste regioni le forze indipendentiste, comandate spesso da
ex-ufficiali zaristi come Mannerehim in Finlandia, condussero fin dal primo
momento una guerra durissima contro i rossi, ma non arrivarono mai a collabo-
rare con i generali bianchi, che per nulla al mondo avrebbero potuto transigere
148 “Secoli di infiltrazioni reciproche fra i russi e le popolazioni nomadi ai confini della steppa ave
vano reso la lotta di classe e la politica di classe altrettanto familiari della lotta e della politica
nazionali , tanto ai russi quanto ai non russi”. […] Esisteva all’interno dei territori asiatici della
Russia una comunanza di interessi fra nazionalisti e bolscevichi, i quali erano decisi a distruggere
tutto lo stato zarista quanto la società che lo rappresentava”. O. LATIMORE, Situation in Asia,
cit. in K. PANIKKAR, Storia della dominazione europea in Asia, pp. 2601.

