Page 36 - Momenti della vita di guerra - Dai diari e dalle lettere dei caduti
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Cronologia essenziale  XXXV

            nazionale. Nel luglio nascono divergenze con Giulio Einaudi a proposito di un intervento
            della Direzione Generale per il Servizio della Stampa Italiana che impone il controllo sulle
            traduzioni delle opere straniere della Biblioteca di cultura storica. L’editore si mostra dispo-
            nibile, mentre Omodeo rifiuta di accettare le direttive imposte dall’autorità governativa e
            preferisce interrompere la collaborazione: «Io intendo usare della piena libertà scientifica
            – scrive a Einaudi – Forse la cosa potrebbe andare lo stesso: ma non voglio far correre un
            rischio a lei, perciò Lei veda, se crede, di far curare la traduzione da chi non abbia i miei
            scrupoli. Io abbandono del tutto a Lei questa impresa.»  A fine mese si accorda con l’Isti-
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            tuto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) per la direzione della Biblioteca storica.
            Gianfranco Gaslini, responsabile delle iniziative editoriali dell’Istituto esprime la propria
            soddisfazione per aver legato al progetto «persino il braccio destro di Benedetto Croce, il
            professor Adolfo Omodeo dell’Università di Napoli, oggi ritenuto uno dei migliori storici
            italiani assieme a Salvatorelli. Polemista feroce l’Omodeo è in lotta con Volpe, con Ercole e
            con gli storici del vecchio secolo: ma i giovani della forza di Chabod, di Morandi, ecc. ecc.
            ne hanno grandissima stima e ammirazione».
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            1942
            È angosciato per la sorte del figlio Pietro, dislocato in Africa settentrionale, al comando
            di una Sezione antiaerea in Cirenaica. Esce la quarta edizione de L’Età del Risorgimento
            italiano, pubblicato dall’ISPI. Continua su «La Critica» la pubblicazione delle sue ricer-
            che sulla restaurazione francese. Ormai è il bersaglio degli attacchi e delle polemiche degli
            accademici fascisti e ora anche la sua casa di Napoli è oggetto di perquisizioni da parte
            della polizia. Si trasferisce con la famiglia a Positano per sfuggire ai bombardamenti alle-
            ati. A fine dicembre gli giunge finalmente la notizia che il figlio Pietro è in Egitto in un
            campo di prigionia, ma incolume.

            1943
            Avvenuta la liberazione di Napoli il 2 ottobre assume la carica di rettore dell’Università e
            in questa veste invia il discorso Ai colleghi e agli studenti della Università di Napoli. Molto
            accorato l’appello ai giovani che «lusingati nei sentimenti generosi della giovinezza, nelle
            ambizioni eroiche, nei sogni di gloria, siete stati delusi e traditi da capi fallaci, che vi hanno
            sviati dalle tradizioni grandi del Risorgimento». Trascorre un periodo di vita tumultuosa
            fra pratiche amministrative, trattative con i Comandi Alleati e sedute di commissioni.
            Scrive articoli a getto continuo: L’orrendo volto della Germania, discorso pronunciato per la
            riapertura dell’Università di Napoli il 14 ottobre 1943 e pubblicato dall’editore Macchia-
            roli; Il problema istituzionale l’11 novembre 1943. Nel titolo si richiama alla capitolazione
            della Germania nel novembre 1918 e agli errori commessi dai vincitori nelle trattative di
            pace, ora si augura che nell’immediato dopoguerra sorga invece un impegno comune per la
            costituzione di una confederazione europea e che l’Italia possa, in una libera consultazione,
            scegliere la forma repubblicana. L’importanza dell’azione di Omodeo verrà ricordata anni
            dopo da Elena Croce: «In una città senza governo, in preda al rilassamento che segue allo
            scampato terrore, un solo istituto era in piedi, a rappresentare la città, e in un certo modo
            tutte le città italiane, ed era l’università, per opera del suo rettore».
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            1944
            Pronuncia alla radio ai primi di gennaio un discorso indirizzato ai prigionieri italiani di
            guerra, con il pensiero rivolto al figlio Pietro in Egitto. Viene eletto presidente del circo-
            lo napoletano Pensiero e Azione, da lui fondato per condurre la battaglia antimonarchica
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