Page 32 - Momenti della vita di guerra - Dai diari e dalle lettere dei caduti
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Cronologia essenziale  XXXI

            nedetto Croce il 1° maggio risponde con quello degli Intellettuali antifascisti sul «Mondo».
            Omodeo non aderisce a nessuno dei due. Si dichiara invece disponibile a collaborare al nuovo
            progetto dell’Enciclopedia italiana messo a punto da Giovanni Gentile che ne ha assunto an-
            che la direzione scientifica e redige i lemmi sulla Storia antica del Cristianesimo.

            1926
            Per la rivista «Leonardo», diretta dall’amico Luigi Russo, recensisce il libro di Piero Gobetti
            Risorgimento senza eroi di cui dà un giudizio profondamente negativo: «Ho letto attenta-
            mente l’opera, cercandovi con desiderio una scintilla vitale da salvare da un rogo precoce
            […] prorompe il difetto del giornalista che deve aver presa immediata sul lettore: una fretta
            a dir tutto il proprio pensiero, a volerlo far esplodere in ogni periodo, in ogni frase […] ogni
            parola vuol essere profonda, ogni sentenza epigrammatica, luccicante di colori iridescenti.
            È l’ideale della storiografia dei giornalisti.» Omodeo non accetta la lettura riduttiva del
            Risorgimento che viene fatta dal giovane intellettuale torinese da poco scomparso: «Infine,
            questa nazione che gli uomini del Risorgimento costruirono, ha superato la prova d’una
            guerra mondiale: lo strozzamento di circolazione politica e la difettosa formazione della
            classe dirigente, di cui abbiamo sofferto e soffriamo, non deve farlo dimenticare: è stata
            opera vitale». 26

            1927
            Su «Leonardo» esce la recensione al libro di Maurice Paléologue, Un grande réaliste: Cavour.
            Questo articolo, che viene interpretata da Gentile come una polemica contro il fascismo,
            rianima la critica nei suoi confronti di molti degli intellettuali più vicini agli ambienti go-
            vernativi che già consideravano i suoi testi scolastici subdolamente antifascisti. Si inasprisce
            la polemica tra Giovanni Gentile e Benedetto Croce che Omodeo considera un danno
            per tutta la cultura italiana. In ottobre la sua proposta di una «tregua» che metta fine agli
            attacchi personali tra i due maggiori esponenti dell’intellettualità nazionale viene accolta da
            entrambi. Durerà in realtà solo tre mesi: ormai le distanze politiche e culturali tra i due sono
            incolmabili. Con il volume Gesù il Nazoreo, inizia la collaborazione con La Nuova Italia. La
            casa editrice fiorentina (allora ancora nella sede di Venezia) può contare su un gruppo diret-
            tivo di giovani e brillanti intellettuali tra i quali Pietro Calamandrei, Luigi Russo, Ernesto
            Codignola e Rodolfo Mondolfo.

            1928
            Nuovo scontro con Giovanni Gentile che rifiuta di pubblicare su «Leonardo» la sua recen-
            sione al volume di Benedetto Croce Storia d’Italia dal 1871 al 1915 ritenuta troppo favo-
            revole: «Il Russo mi mandò un tuo articolo elogiativo di questo libro. Ma gliel’ho dovuto
            restituire e per rispetto a me stesso e alle mie idee e per i riguardi dovuti all’Istituto fascista di
            cui il Leonardo da questo mese diventa pure un organo».  Omodeo inizia il lavoro di ricerca
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            sugli epistolari e sui diari dei caduti della Grande Guerra.

            1929
            È l’anno cruciale della sua biografia intellettuale. Comincia la collaborazione con «La Cri-
            tica. Rivista di Letteratura, Storia e Filosofia diretta da B. Croce» di cui diverrà una delle
            più autorevoli firme. Il suo primo contributo è Dai diari e dalle lettere dei caduti. Le pagine
            postume del Battaglia. I - II, cui seguono Il retaggio dei morti e Il cimento della vita.
               Escono nei primi tre volumi dell’Enciclopedia Italiana le voci sulla Storia del Cristianesi-
            mo da lui redatte, ma la crescente influenza delle gerarchie ecclesiastiche, soprattutto dopo
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