Page 30 - Momenti della vita di guerra - Dai diari e dalle lettere dei caduti
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Cronologia essenziale XXIX
sensibilità nervosa faccia opera non italiana a tutto vantaggio dei tedeschi […] Gioca al
rialzo del proprio prestigio sulle sciagure di tutta l’Europa» Nella notte tra il 25 e il 26
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ottobre giunge l’ordine di ritirata. È il momento più drammatico della sua esperienza di
guerra, quando l’esercito italiano travolto dall’offensiva austro-ungarico-tedesca subisce
la disfatta di Caporetto:«Poi vi furono le orrende giornate della fine di ottobre e la via
crucis della ritirata, coll’anima rosa dalla vergogna e dalla coscienza della mia inutilità» .
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Dal novembre è sul Piave con il XIII Corpo d’Armata e partecipa alla strenua resistenza.
1918
Il 23 maggio sono tre anni che Omodeo è in guerra: «Quante lotte, quante fatiche e quanti
dolori – confida alla moglie Eva – Alla mia patria non mi pare aver dato molto, specialmen-
te ripensando agli infiniti che han dato la loro vita, ma ho la coscienza tranquilla per aver
dato volenterosamente, senza esitare». La sua 382ª batteria dà prova di grande coraggio e
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generosità durante la battaglia del Solstizio, l’ultima offensiva austro-ungarica del giugno
del 1918. Omodeo ottiene per il suo comportamento la medaglia di bronzo al valor mili-
tare. Nel luglio gli è assegnato il comando una nuova batteria: la 6ª del 51° Reggimento
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artiglieria da campagna. Il 4 novembre, mentre si trova a Fagarè, sulla riva destra del Piave,
è raggiunto dalla notizia della vittoria: «Qui si vive in un mezzo delirio – scrive alla moglie
– Corre voce non ancora ufficiale che ieri è stato firmato a Padova l’armistizio con la capi-
tolazione totale a assoluta dell’Austria».
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1919
Ottiene una licenza e raggiunge a Genova il 4 gennaio la famiglia. Finalmente congedato,
gli è assegnato, grazie all’interessamento di Giovanni Gentile, a maggio nell’Università di
Messina l’insegnamento di Storia antica per gli studenti che hanno prestato servizio militare
in guerra. Inizia la collaborazione a «L’Educazione nazionale», la rivista fondata da Giuseppe
Lombardo Radice. È profondamente deluso dalla situazione politica e di fronte alle difficol-
tà che l’Italia trova nella conferenza di pace per l’opposizione del presidente degli Stati Uniti
Woodrow Wilson alle richieste italiane, così si sfoga con Gentile: «Di questi tempi vivo in
angoscia per la nostra situazione politica. Non è tanto la questione di Fiume o di qualche
altra cittaduzza della Dalmazia che angustia quanto il vedere che dopo aver tanto sacrificato
e sofferto, dopo aver fatto di tutto per elevare la nostra nazione, ancora non ci si rispetta
come si dovrebbe: ieri era il soldataccio villanzone di Germania, oggi il bottegaio arricchito
d’America». Escono su «L’Educazione nazionale» due saggi, Il flagello delle riforme e L’epu-
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razione sui nuovi programmi della scuola e sui problemi dell’insegnamento. Il 27 settembre
nasce il figlio Pietro.
1920
Scrive sempre per la rivista di Lombardo Radice tre articoli dal titolo Educazione politica, in
cui comincia a tracciare le sue considerazioni sulla Prima Guerra Mondiale che troveranno
forma compiuta nel commento alle lettere e ai diari dei caduti raccolte in Momenti della vita
di guerra. Inizia la collaborazione con il «Giornale critico della filosofia italiana» fondato da
Giovanni Gentile. Nel mese di ottobre ottiene una cattedra in un istituto tecnico a Palermo.
1921
Tutte le energie e l’attenzione sono concentrate sul lavoro e sull’insegnamento. Non ci rima-
ne nessuna sua testimonianza o commento sulla cerimonia del 4 novembre per la tumula-
zione del Milite Ignoto all’Altare della Patria, il più importante evento in ricordo dei caduti