Page 18 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            grafia nazionale. Il terzo esperto era lo scultore Giovanni Prini, formatosi all’Accademia Ligustica di Genova, considerato
            ai primi del Novecento come uno dei migliori artisti italiani. Docente della cattedra di ornato all’Accademia di Belle Arti di
            Roma, nella Capitale realizzò il fregio del pronao del Palazzo delle Belle Arti di Valle Giulia. Completavano la giuria tre
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            membri della Reale Accademia d’Italia, il Gotha della cultura nazionale : il pittore Ferruccio Ferrazzi, lo scultore Attilio
            Selva e il giornalista Ugo Ojetti. Ferrazzi aveva alle spalle un’ampia, significativa produzione artistica lontana dalle suggestioni
            delle avanguardie e nel solco della tradizione figurativa. Nel 1929 era divenuto docente di decorazione pittorica all’Accademia
            di Belle Arti di Roma e, pur non essendo iscritto al Partito Nazionale Fascista, nel 1933 era stato nominato Accademico
            d’Italia. Lo scultore Attilio Selva, nato a Trieste e trasferitosi in gioventù a Roma, aveva partecipato alla prima esposizione
            della Secessione romana; volontario come irredento in guerra, combatté sul Carso da ufficiale del 132° Fanteria della Brigata
            Lazio. Rientrato nella Capitale realizzò molte opere nel solco della tradizione classica: dalle statue della Fontana delle Cariatidi
            in Piazza dei Quiriti a quelle colossali dello Stadio dei Marmi. Selva era stato nominato accademico nel 1932. Integrava la
            rosa Ugo Ojetti, figura di spicco del giornalismo italiano, letterato e critico d’arte, le sue opinioni erano determinanti per i
            collezionisti italiani. Editorialista e inviato del Corriere della Sera, di cui era stato anche direttore nel 1926-1927, amico di
            scrittori e poeti tra cui Gabriele D’Annunzio, era sicuramente l’elemento di punta della giuria del concorso. Aveva preso
            parte al conflitto come volontario nell’Arma del genio con il grado di sottotenente, una Medaglia di Bronzo durante la con-
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            quista di Gorizia , fu incaricato dal Comando Supremo di organizzare la tutela dei monumenti e dei beni artistici nella Zona
            di guerra. Dopo Caporetto fu chiamato a far parte della Commissione per la vigilanza, l’assistenza e la propaganda nel Regio
            Esercito, il “Servizio P”. Alla conclusione delle ostilità si era schierato apertamente in difesa dei monumenti per celebrare la
            vittoria e il sacrificio dei combattenti, osteggiati invece da una parte della critica più avvertita e anche da molti affermati e
            noti artisti. Per Ojetti una cosa importava: «che con un pretesto o con l’altro, per modestia o per avarizia, per scetticismo o
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            ipocrisia, non s’abbia da umiliare la vittoria, negandole la gloria dell’arte». Sul finire del 1930 era entrato nella Reale Acca-
            demia d’Italia come membro nella classe Lettere.




            CELEBRARE LA PRIMA VERA GRANDE GUERRA ITALIANA, TUTTA ITALIANA

                     lla presentazione ufficiale del concorso a Palazzo Reale nel Salone da Ballo intervennero la regina Elena e il re Vit-
                     torio Emanuele III, presenti anche tutti gli alti dignitari, il primo aiutante di campo Giuseppe Mario Asinari di Ber-
            A nezzo, le dame di Corte e di Palazzo, il cavaliere d’onore Vittorio Solaro del Borgo, una prova tangibile dell’interesse
            riposto dalla Casa Reale per la buona riuscita dell’iniziativa e del rilievo che si voleva a essa dare nell’ambito delle numerose
            manifestazioni programmate in occasione del ventesimo anniversario della Grande Guerra. Fu il presidente della giuria dei
            concorsi, il generale Francesco Saverio Grazioli, che ne illustrò lo spirito con un’ampia introduzione per sottolineare il senso
            della manifestazione promossa dalla regina Elena indirizzata a celebrare la prima vera grande guerra italiana, tutta italiana: chiedere
            a tutti gli artisti, ma soprattutto ai giovani «di esprimere qualcosa nelle arti figurative che contribuisca a perpetuare nel popolo
            nostro il ricordo glorioso della sua più gagliarda e vittoriosa prova e a esaltare le più nobili passioni individuali e collettive di
            coraggio, di virile resistenza, di generosa fraternità, di illimitato spirito di sacrificio per la Patria». 38



            35  La Reale Accademia d’Italia era stata costituita nel gennaio 1926 dal presidente del Consiglio Benito Mussolini d’intesa con il ministro delle Finanze
            Giuseppe Volpi e con Pietro Fedele, ministro della Pubblica Istruzione, e aveva come obiettivo di uniformare l’alta cultura alle esigenze del regime.
            Fu la risposta del Governo al “Manifesto degli intellettuali antifascisti” promosso da Benedetto Croce e pubblicato su il «Mondo» del 1° maggio
            1925. Sessanta i membri designati a far parte del sodalizio di studiosi che aveva «per iscopo di promuovere e coordinare il movimento intellettuale
            italiano nel campo delle scienze, delle lettere e delle arti, di conservarne pure il carattere nazionale secondo il genio e la tradizione della stirpe e di fa-
            vorirne l’espansione e l’influsso oltre i confini dello Stato», Annuario della Reale Accademia d’Italia, VII, VIII, IX, 1934-1937, Roma, Reale Accademia
            d’Italia, 1938, p. 12.
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              Vedi pag. 103.
            37  U. OJETTI, Monumenti alla vittoria, in «Corriere della sera», 3 aprile 1919, p. 3. Ora anche in F. FERGONZI, “Dalla monumentomania alla scultura
            arte monumentale” in F. FERGONZI, M. T. ROBERTO, La scultura monumentale negli anni del Fascismo. Arturo Martini e il monumento al Duca d’Aosta, a
            cura di P. FOSSATI, Torino, U. Allemandi, 1992, p. 136-221.
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              Archivio dell’Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito (AUSSME), Fondo Grazioli, busta L 13, Discorso agli artisti italiani pronunziato al Quiri-
            nale il 14 febbraio 1934.
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