Page 15 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            Una sala del Palazzo Reale del Quirinale dove fu collocata la documentazione a disposizione dei partecipanti al Concorso. Sulla parete di fondo si riconosce il dipinto di
            Sebastiano De Albertis che raffigura un episodio della prima guerra d’Indipendenza: “La carica dei carabinieri a Pastrengo del 30 aprile 1848”. Foto da “L’Illustrazione
            italiana”, 18 febbraio 1934.



            breccia di Porta Pia piuttosto che il sole di Austerlitz o l’assedio al Forte di Bard o la battaglia di Marengo. Erano poi indicati
            con molta precisione i criteri stilistici e interpretativi cui gli artisti si sarebbero dovuti conformare. Tali raccomandazioni ri-
            chiamavano le idee espresse dalla regina Elena in una lunga lettera inviata nella seconda metà del 1933 al presidente del Con-
            siglio dei Ministri Benito Mussolini, che in quel momento ricopriva l’interim del ministro della Guerra, per esporre lo spirito
            cui doveva attenersi la rappresentazione della Prima guerra mondiale sul fronte italiano nelle opere degli artisti partecipanti
            ai concorsi.

                   Le figurazioni di questi dipinti dovranno essere comprensibili da tutti, composte con chiarezza, espresse con umana
                   semplicità. Le figure dei Capi e degli Eroi dovranno essere facilmente riconoscibili e le nostre truppe, le nostre navi,
                   i nostri apparecchi dovranno nettamente distinguersi da quelli avversari. I nemici non dovranno essere presentati
                   come esseri pavidi e in fuga, non soltanto per il rispetto della verità, ma anche perché si diminuirebbero così le virtù
                   di ardimento e di resistenza dei nostri. 29




            UN MONITO CHE RICHIAMA ALL’ORDINE TUTTA UNA DISORDINATA CONCEZIONE ARTISTICA

                    e prescrizioni della Regina che proponevano un’arte di facile lettura, accessibile a tutti, attraverso uno stile realistico,
                    rispettoso della verità delle immagini e capace di comunicare valori e sentimenti, contribuirono a rinvigorire il vivace
            L dibattito sorto nell’immediato dopoguerra, proseguito anche negli anni successivi, che aveva diviso il mondo artistico
            italiano tra i sostenitori del ritorno a un’arte classica, al realismo figurativo, e i simpatizzanti delle sperimentazioni avanguar-
            distiche dei primi anni del secolo quali il futurismo e il cubismo. In questo contesto, alla fine del 1922, un gruppo di sette
            artisti – Mario Sironi, Achille Funi, Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville, Emilio Malerba, Pietro Marussig, Ubaldo Oppi –


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              ACS, Ministero della Real Casa, Segreteria Reale, Bando - regolamento, op. cit..
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