Page 13 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            tributi a carico dei tre Ministeri militari e del Ministero dell’Interno – indicazioni queste che saranno poi rimodulate una
            volta espletato il concorso – e, dopo la presentazione dei nominativi dei membri della giuria, concludeva: «Si ha l’onore di
            soggiungere che sarebbe desiderio di S.M. la Regina che fossero stampati integralmente dai principali giornali i bandi di con-
            corso e che in tutti gli altri giornali fosse riportato almeno un largo riassunto dei bandi medesimi, con un commento che
            metta in evidenza l’alto pensiero che ha ispirato i concorsi». 25

            La richiesta di dare un adeguato risalto sui principali quotidiani nazionali al progetto della Regina avrebbe potuto essere fa-
            cilmente soddisfatta. Dal 1926, infatti, completamente soppressa e imbavagliata la stampa antifascista, il controllo politico
            dell’attività giornalistica era passato all’Ufficio stampa della Presidenza del Consiglio, la cui direzione fu affidata dall’agosto
            del 1933 a Galeazzo Ciano. Fu proprio il genero del duce a ideare e formalizzare la pratica di indicare ai direttori dei quotidiani
            con apposite “veline” quali notizie valorizzare, gli argomenti di cui i giornalisti avrebbero dovuto occuparsi, che tipo di
            rilievo darne, le fotografie gradite e quelle sconsigliate, e in generale tutto quello che doveva essere pubblicato o restare nel-
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            l’ombra. In realtà, in questa occasione, la richiesta della Casa Reale fu solo parzialmente accolta, segnale forse, se non di un
            velato dissenso per il progetto della regina Elena, sicuramente di una qualche perplessità per il concorso, che andava ad af-
            frontare un tema ancora molto presente nella sensibilità nazionale come la Grande Guerra, che il regime intendeva mantenere
            fermamente sotto la propria egida.

            Il 1° febbraio 1934, il Corriere della Sera diede la notizia del bando dei concorsi soltanto in quinta pagina. La prima, con titoli
            altisonanti, era dedicata alla celebrazione dell’11° anniversario della creazione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Na-
            zionale, la seconda riportava, oltre alla cronaca quotidiana, un articolo esplicativo della legge sull’avanzamento di carriera
            degli ufficiali delle Forze Armate, la terza pagina, quella tradizionalmente riservata all’approfondimento culturale, dove poteva
            essere presentata con un certo risalto la notizia dei concorsi, era monopolizzata da un lungo articolo di Vittorio Beonio
            Brocchieri sul territorio della Somalia italiana lungo il fiume Giuba. Lo sport occupava tutta la pagina successiva e finalmente
            nella quinta, al centro, una sola lunga colonna dava l’annuncio del bando di Casa Reale con un titolo di adeguato peso: “Per
            la glorificazione degli eroi”. Venivano riportati con precisione le scadenze, le modalità di partecipazione e i criteri cui gli
            artisti, pittori, incisori o scultori avrebbero dovuto attenersi, infine i cospicui premi in denaro per le opere premiate. Anche
            gli altri quotidiani nazionali tra i quali Il lavoro fascista e La Nazione, presentarono la notizia nelle pagine interne, visto che la
            prima doveva riportare la celebrazione dell’istituzione della M.V.S.N.; tutti comunque elencavano in dettaglio le norme del
            concorso.




            LE RUPI E I GELI DELLE ALPI,  LE PETRAIE E LE DOLINE DEL CARSO,  IL FANGO E GLI
            ACQUITRINI LUNGO IL PIAVE

                 l testo ufficiale del “Bando - regolamento di concorso per opere d’arte sulla Guerra e sulla Vittoria” del Ministero della
                 Guerra si apriva con le parole che erano già state riprese dall’agenzia Stefani e trasmesse ai quotidiani e ai periodici na-
            I zionali. La partecipazione era aperta a tutti gli artisti italiani. Alla prima prova i concorrenti avrebbero dovuto realizzare
            un bozzetto sia per la pittura sia per le incisioni, per le sculture invece era richiesto un gesso del personaggio ritratto a capo
            scoperto. I lavori dovevano essere presentati in modo anonimo, contrassegnati solo da un motto; la giuria avrebbe in seguito
            scelto quali potevano essere tradotti nella forma definitiva e tra le opere ultimate sarebbero state poi selezionate quelle de-
            stinate alla Galleria della Guerra e della Vittoria. Libri e documenti sul conflitto, fotografie dei fatti, dei condottieri e degli
            eroi sarebbero stati messi a disposizione per la consultazione presso la Segreteria del concorso nel Palazzo Reale di Roma,



            prescelte andranno a formare una Galleria della Guerra e della Vittoria e saranno così premiate: a) quadri: 1°premio L. 50.000; tutti gli altri L. 10.000.
            b) busti: 1° premio L. 40.000; tutti gli altri L. 8.000. c) incisioni: 1° premio L. 25.000; tutte le altre L. 5.000, se litografie 1° premio L. 15.000; tutte le
            altre 3.000 […] Casa Reale assumerebbe a proprio carico tutte le spese dell’organizzazione, nonché il rimborso delle spese agli artisti che si recheranno
            a Roma».
            25  ACS, PCM Gabinetto, op. cit., Appunto per S.E. il Capo del Governo.
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              R. DE FELICE, Mussolini il duce. I. Gli anni del consenso. 1929-1936, Torino, Giulio Einaudi editore, 1974, p. 186; A. TARQUINI, Storia della cultura
            fascista, Milano, Corriere della Sera, 2020, p. 141-144.
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