Page 11 - La rappresentazione della Grande Guerra nel concorso della Regina Elena del 1934
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            alla Corona. Di fronte a un tale progressivo sovvertimento politico e culturale, è verosimile che la Corona, senza mai
            mettere effettivamente in discussione il regime fascista, anche nell’occasione della promulgazione del “Bando - regolamento
            di concorso per opere d’arte sulla Guerra e sulla Vittoria”, si sentisse perciò chiamata a riaffermare il proprio ruolo di pro-
            tagonista nella realizzazione dello Stato nazionale conclusasi con la Grande Guerra.




            PER L’AUGUSTO DESIDERIO DI SUA MAESTÀ LA REGINA

                      ella scelta della regina Elena di celebrare il ventesimo anniversario della Grande Guerra con un concorso artistico
                      si ricomponevano due periodi molto importanti della sua vita: l’appassionante scoperta dell’arte negli anni trascorsi
            Na San Pietroburgo e le intense esperienze vissute nel corso del conflitto mondiale. La piccola Jelena aveva manife-
            stato un vivo interesse per la pittura sin dai tempi in cui, bambina di appena nove anni, ospite del suo padrino lo zar Ales-
            sandro II alla corte imperiale, aveva frequentato il prestigioso convitto Smolny, dove venivano educate le fanciulle russe di
            nobile casato. I programmi formativi della fine dell’Ottocento prevedevano per le ragazze delle famiglie altolocate anche
            una sommaria preparazione artistica: oltre alla conoscenza della musica e a una buona padronanza di uno strumento, spesso
            il pianoforte, alle giovani venivano impartite le prime
            nozioni del disegno e della pittura. La giovane prin-
            cipessa Jelena Petrovi ’c di Montenegro si appassionò
            a questo iniziale esercizio in cui prese a cimentarsi
            personalmente con lodevole impegno tanto da essere
            considerata dai suoi educatori come une peintre de grand
            talent, dotata di singolare attitudine per il disegno a
            penna e per l’acquerello.

            Anche a Roma, ormai regina, nonostante gli impegni
            e gli obblighi di Corte, continuò a coltivare e a perfe-
            zionare la sua attitudine frequentando le inaugura-
            zioni di mostre d’arte e di monumenti – come
            testimoniato anche dai filmati dell’Istituto Luce – e
            dedicandosi alla realizzazione di dipinti e di disegni
            sotto la guida di artisti di successo del tempo. Nella
            sua posizione favorì contemporaneamente un’azione
            di sostegno e di mecenatismo nei confronti di quel
            mondo che l’aveva sempre affascinata. 19

            Lo scoppio della guerra mondiale aveva aperto anche
            per Elena di Savoia un periodo di ansia, di intensa
            partecipazione e di grande inquietudine dapprima per
            le sorti della sua terra natale, il piccolo regno di Mon-
            tenegro schieratosi subito a fianco della Serbia e del-
            l’Impero russo, poi per quelle della sua nuova patria
            italiana. Subito dopo l’ingresso dell’Italia nel conflitto
            aveva dato vita a un piano di provvedimenti straordi-
            nario. Nel luglio 1915 alcune sale del Palazzo Reale
            del Quirinale furono riadattate a infermerie e a corsie                  La Sala dei Corazzieri al Quirinale trasformata in ospedale.
            per ospitare i militari di truppa feriti, fu così organiz-               Foto da “L’Illustrazione italiana”, 26 settembre 1915.


            18  M. RIDOLFI, Le feste nazionali, Bologna, Il Mulino, 2003, p. 163; E. GENTILE, Fascismo storia e interpretazione, Milano, Le raccolte del Corriere della
            Sera, 2020, p. 39.
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              I. PASCUCCI, Elena di Savoia nell’arte e per l’arte. Iconografia e storia della seconda Regina d’Italia, Torino, Daniela Piazza Editore, 2009, p. 133 - 149.
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