Page 11 - Repertorio degli Ufficiali dei Carabinieri Reali 1814-1871
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            tento studioso della storia dell’Arma . I volumi erano stati pensati originariamente
            come strumenti di uso interno al Museo Storico con una diffusione della conoscen-
            za limitata a chi, presso quell’ente di conservazione, si sarebbe avvicinato agli stu-
            di storici. Così, idealmente, chi scrive assolve anche al dovere morale di proseguire
            e diffondere le iniziative nel campo della ricerca che, anche a causa degli eventi
            bellici, non hanno potuto trovare la giusta valorizzazione. Mentre la ricostruzione
            storica della vita professionale dei singoli militari e sottufficiali dell’Arma in gene-
            re si presenta assai difficile per la limitatezza delle informazioni reperibili, per gli
            ufficiali si riscontrano maggiori possibilità. In tale ottica, partendo appunto dallo
            studio delle annotazioni matricolari degli ufficiali dal 1814 al 1871, il presente
            lavoro vuole costituire un utile strumento per tracciare una panoramica più ampia
            sulle vicende dei Carabinieri Reali, in quel cruciale periodo di oltre cinquanta anni,
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            dalla loro fondazione alla proclamazione di Roma capitale del Regno d’Italia .
                Infatti questo contributo offre vari aspetti di lettura relativi all’organizzazione
            e all’evoluzione di una struttura complessa come quella dell’Arma; sin dalle prime
            pagine si possono apprezzare distinte questioni, tutte meritevoli di ulteriori appro-
            fondimenti già avviati da chi scrive.
                Innanzitutto,  è  possibile  avere  una  visione  d’insieme  degli  ufficiali  verifi-
            candone i processi di progressione di carriera e quelli di elevazione sociale in un
            periodo storico come quello della Restaurazione nel quale si tendeva a evitarla
            soprattutto dopo la parabola napoleonica. Nei Carabinieri, sin dai primissimi mo-
            menti, si apprezza invece un fenomeno rilevante che vede progressivamente mili-
            tari provenienti dalla base dell’Istituzione salire più o meno velocemente la scala
            gerarchica; in effetti, la forte mobilità interna rappresenta un fattore significativo
            subito individuabile, che si affianca alla presenza di molti nobili in un modello
            particolarmente interessante di costruzione della coesione sociale interna ad un
            organismo caratterizzato dalla forte capillarità sul territorio.
                L’interesse per l’analisi degli aspetti che possono essere desunti dal repertorio
            risiede nella struttura delle informazioni presente come base di registrazione delle
            attività all’interno del ruolo matricolare degli ufficiali del Corpo dei Carabinieri; si
            tratta dello spaccato dello stato di servizio di ciascuno di essi con i dati essenziali
            che consentono di poter costruire aspetti sino a quel momento meno noti o, addi-
            rittura, sconosciuti.
                L’analisi che segue mostra che, oltre alle importanti famiglie di quella nobiltà
            piemontese sempre presente nelle vicende sabaude, la carriera d’ufficiale (seppure
            limitata soprattutto e in apparenza dall’età in cui si accedeva) è aperta progressi-


            6  Sulla figura dello studioso e dell’ufficiale, in attesa di terminare alcuni studi attualmente
            in corso, si rinvia ad una piccola biografia reperibile in paolo di paolo (a cura di), Abbece-
            dario del carabiniere – Dizionario storico essenziale per la conoscenza dell’Arma, Roma,
            Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, 1996, ad vocem.
            7   La legge n. 33 del 3 febbraio 1871, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del Regno n. 168
            del 4 febbraio successivo, proclamava Roma capitale del Regno d’Italia.
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