Page 9 - Repertorio degli Ufficiali dei Carabinieri Reali 1814-1871
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temi condotta in altri Paesi europei la situazione italiana non sia delle più brillanti.
Ancora nel 1999 uno dei maggiori studiosi delle gendarmerie, Clive Emsley, nel
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suo Gendarmes and the State in Nineteenth-Century Europe , annotava a proposito
dell’archivio del Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri, «this archive has been
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scarcely used by historians» .
Oggettivamente le cose non stanno più così. In anni recenti la storiografia sui
Carabinieri ha mostrato vitalità e molto promette per il prossimo futuro. Tuttavia è
altrettanto vero che siamo in Italia ancora lontani dal poter costruire intorno a que-
sto tema un solido polo di ricerca, come ad esempio è ben riconoscibile in Francia,
a proposito degli studi sulla Géndarmerie, con la scuola di Jean-Noël Luc. Se è
questo, anche per noi, l’indirizzo verso il quale sarebbe bene dirigere gli sforzi,
dunque la costruzione di un polo di ricercatori che, sfruttando una comune sinergia
metodologica, procedano a sezionare il terreno con ricerche mirate, i cui risultati
siano poi facilmente riconducibili a sintesi, il lavoro che qui si presenta offre im-
portanti punti d’appoggio.
Si tratta, in primo luogo, di un primo passo in un programma di edizione di
fonti – in questo caso provenienti dal Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri
– che concernono il Corpo e poi Arma dei Carabinieri Reali. Costruita secondo
criteri archivistici ineccepibili, questa edizione mette a disposizione i profili di car-
riera di tutti gli ufficiali dalla fondazione del corpo all’Unità. Il lavoro riprende e
porta a termine l’opera a suo tempo avviata da Ulderico Barengo, ma – e qui sta
uno degli elementi significativi – con l’intento di collocarne i risultati non come
strumenti a uso interno del Museo Storico, come appunto aveva progettato a suo
tempo Barengo, bensì in un volume diretto alla comunità degli studiosi, dunque
accrescendo con ciò la fruibilità della documentazione ai fini in primo luogo della
ricerca storica.
In secondo luogo la ricca introduzione del curatore offre molte indicazioni e
suggerimenti in merito alle potenzialità della fonte, a come affrontarla, a come
farne strumento di ricerca. Dunque il lavoro va nella direzione precisa del tassello
utile – direi indispensabile – per formare, in prospettiva, un ambito coerente di
studi sui Carabinieri, da affidare non solo alla invero metodologicamente molto
articolata comunità degli studiosi di storia militare, ma anche a quella, più giovane
e metodologicamente più compatta, comunità degli studiosi di storia delle forze
dell’ordine.
Infine, è da ricordare che l’opera, edita dalla Commissione Italiana di Storia
Militare, segna un capitolo significativo nella produzione editoriale specializzata in
cui le sinergie tra distinti organismi offrono nuove aperture anche nel campo della
ricerca scientifica.
1 Oxford, Oxford University Press, 1999.
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Ibidem, p. 270.