Page 8 - Repertorio degli Ufficiali dei Carabinieri Reali 1814-1871
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              Premessa



              Prof. Livio Antonielli
              Ordinario di Storia delle Istituzioni - Università degli Studi di Milano




                      i sono diversi modi per dare risposta a quell’insopprimibile  esigenza
                      dell’uomo che è cercare e trovare tracce del passato, lavorare sulla me-
              C moria delle cose e degli uomini, in una parola fare storia.
                 Una via, certo la più semplice, è quella di raccontare fatti e vicende con fi-
              nalità celebrative ed emotive, per poter condividere con chi si sente partecipe di
              avvenimenti, istituzioni, comunità umane e professionali le vicende di un passato
              sul quale si aspira a legittimare in positivo il presente. Altro è invece cercare di
              ricostruire, attraverso l’indagine sulle fonti, gli eventi del passato, con l’ambizione
              di scoprire e spiegare le ragioni che sono alla base di ciò che è stato, e che sempre
              offre elementi di spiegazione anche del presente col quale ci confrontiamo. Da
              qui, dunque, l’importanza della documentazione, della sua corretta conservazione
              e della sua messa a disposizione della comunità degli studiosi. Non vi è dubbio
              che una delle forme attraverso le quali si riconosce il grado di civiltà di una società
              e di uno Stato è l’attenzione con la quale al suo interno viene difesa la memoria
              storica, e conseguentemente le fonti in cui questa è rappresentata. La loro corretta
              conservazione e fruibilità è operazione che non ha nulla a che vedere con la vuota
              retorica, ma nella concreta realizzazione di ciò si riconosce la forza consapevole di
              una comunità per non perdere il vitale contatto con le proprie fondamenta, che de-
              vono essere analizzate per quello che sono, senza infingimenti e coperture, perché
              in questo modo acquistano l’energia non del vuoto esempio strumentale, ma della
              memoria profonda al cui interno operano i processi di identificazione collettiva,
              quelli attraverso i quali un’istituzione diventa intoccabile e viene difesa a ogni
              costo dalla collettività.
                 Le istituzioni importanti dello Stato, tra le quali l’Arma dei Carabinieri non
              ha certo un ruolo secondario, sono dunque partecipi di questa doverosa necessi-
              tà di conservazione della memoria. Da qui l’importanza della scelta operata dal
              Comando Generale dell’Arma di sostenere la funzione del proprio Ufficio storico
              quale collettore della documentazione prodotta non solo dal centro, ma anche dalla
              periferia dell’Istituzione, non più lasciando solo all’iniziativa dei singoli comandi
              l’individuazione della documentazione da versare, ma fornendo precise indicazioni
              in merito. Si vanno così ponendo le condizioni indispensabili per stimolare la vera
              ricerca e gli studi sulla storia dei Carabinieri.
                 Negli ultimi anni, indubbiamente, si stanno pubblicando studi importanti sulla
              storia dell’Arma. Tuttavia è indubbio che rispetto al livello della ricerca su questi
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