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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”


            reparti sahariani avrebbe richiesto del tempo e comunque non sarebbe riuscita a
            invertire una tendenza accentuata dalla perdita di Cufra tra il febbraio e il marzo
            del 1941, con una sequenza di eventi che, nel confermare l’importanza delle doti
            di leadership dei comandanti nel particolare scenario del Sahara, avrebbe anche
            dimostrato che il ricorso al mezzo aereo non poteva risolvere tutti i problemi.
            A  questo  riguardo  la  motorizzazione  dei  reparti  sahariani  rimaneva  un  tema
            centrale, anche perché le risorse disponibili non consentivano di realizzarla nella
            misura desiderata. Le forze a disposizione del comando militare del Sahara Libico
            sarebbero state portate prima all’equivalente di un reggimento e poi al livello
            di  divisione,  ma  una  significativa  quota  parte  sarebbe  stata  sempre  vincolata
            a compiti di presidio, senza alcuna reale mobilità. Ad aggravare la situazione
            sarebbe poi intervenuta l’impossibilità di schierare in quel settore reparti aerei
            consistenti e modernamente equipaggiati.
               Con queste premesse, il confronto con il Long Range Desert Group e lo
            Special  Air  Service  è  improponibile,  dal  momento  che  mentre  queste  unità
            britanniche si connotavano, secondo le definizioni odierne, quali forze speciali,
            impiegate per compiti di natura strategica alle dipendenze del più alto livello
            di comando, i reparti sahariani del Regio Esercito erano forze convenzionali,
            impiegate  in  compiti  di  controllo  del  territorio  e  di  presidio,  e,  nonostante
            qualche studio in merito, non si sarebbe mai concretizzata l’ipotesi di utilizzarle
            in missioni di interdizione strategica – verso il Nilo o la via di comunicazione
            da Fort Lamy a Kharthum – o di controaviazione – attaccando via terra le basi
            aeree egiziane. Entrambe queste tipologie di missione furono invece proprie sia
            del Long Range Desert Group che dello Special Air Service, e, anche se i risultati
            non furono quelli esaltati dalla propaganda di guerra e dalle fonti britanniche, è
            indubbio che al di là dei dati numerici i loro attacchi valsero a creare un diffuso
            clima di insicurezza e di allarme, senza dimenticare l’importanza delle missioni
            di road watching, vere e proprie missioni di ricognizione strategica con obiettivo il
            traffico stradale sulla Via Balbia.
               A ribadire il significato di questa attività, va sottolineato che il problema di
            rifornire le forze italo-tedesche in Africa Settentrionale non si esauriva con il
            trasporto dei mezzi e dei materiali necessari attraverso il Mediterraneo, ed era
            anzi enfatizzato da un lato dalla limitata capacità dei porti di sbarco, dall’altra
            dall’esigenza di farli affluire al fronte lungo la via litoranea, un percorso che nel
            febbraio del 1942, da Tripoli ad Ain El Gazala, era di oltre 1.400 km, esposti agli
            attacchi della RAF e delle forze speciali britanniche, che sarebbero diventati più
            di 2000 nel luglio del 1942 una volta raggiunta El Alamein. Una sola divisione
            tedesca richiedeva circa 350 tonnellate di rifornimenti al giorno, il che impegnava
            allo spasimo gli automezzi disponibili. Nell’autunno del 1941 questo si traduceva
            in una percentuale di inefficienza pari al 35%, ed è stato calcolato che nello


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