Page 165 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Controguerriglia e Controllo del territorio
utilizzando gli asini locali. Con queste premesse non sorprendono le difficoltà
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incontrate dalla 10 Armata nella faticosa avanzata su Sidi el Barrani nel settembre
a
del 1940 e si spiega anche l’incapacità di contrastare efficacemente l’azione di
un complesso motorizzato quale la Western Desert Force nel dicembre dello
stesso anno. Nel giugno del 1940 non fu poi fatto alcun tentativo di impiegare
offensivamente il Battaglione Sahariano, l’unica vera unità motorizzata disponibile,
troppo vincolato a una realtà che era quella del controllo del territorio, e in un
contesto sempre più focalizzato sulla fascia costiera, l’idea di Lorenzini di una
puntata offensiva dal Gebel Auenat attraverso il deserto verso Assuan e Wadi
Halfa, avanzata tra il serio e il faceto intorno a un fuoco di bivacco nel 1932,
doveva rimanere soltanto un’ipotesi, ipotesi che il suo ospite di quel giorno
lontano non aveva però dimenticato e non avrebbe tardato a sviluppare.
Qualche settimana dopo l’inizio del conflitto il Battaglione Sahariano,
nella formazione su tre compagnie, Ghat, Murzuch e Sebha, propedeutica al
suo sdoppiamento, e senza la componente aeronautica, rimasta nelle sedi del
tempo di pace, confluì in quella «grande unità speciale, con larga autonomia
logistica e tattica, particolarmente atta a operare isolata in regioni desertiche»
che avrebbe dovuto essere il raggruppamento libico Maletti, così chiamato dal
nome del suo comandante, il generale di divisione Pietro Maletti, costituito a
Derna in data 8 luglio. Una volta stabilito di impiegarne soltanto l’aliquota
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motorizzata, il raggruppamento non fu però lanciato in profondità nelle regioni
desertiche, dove avrebbe potuto sfruttare al meglio le sue caratteristiche, ma
utilizzato per fiancheggiare prima e guidare poi il movimento della 10 Armata
a
su Sidi el Barrani. Il Battaglione Sahariano, grazie alla sua dotazione organica
di automezzi, era la componente più efficiente della colonna, forte di quattro
battaglioni e due gruppi di artiglieria con reparti minori di supporto, e come tale
fu all’avanguardia durante la breve avanzata che da Sidi Omar lo portò a Sidi el
Barrani il 16 settembre, sviluppando poi il giorno 18 una infruttuosa puntata
esplorativa oltre questa località. Il 24 ottobre il raggruppamento ebbe l’ordine
di attestarsi a caposaldo ad Alam el Nibewa, nel quadro di una sistemazione
difensiva ancorata al terreno che nell’illusoria sicurezza di una serie di caposaldi
trincerati consegnava l’iniziativa all’avversario ed era la negazione della perentoria
affermazione di Graziani di non molti anni prima: “in Africa se si difende un
punto, si difende solo quel punto”.
173 Comando del Corpo di Stato Maggiore, Ufficio Ordinamento e Mobilitazione, Mobilità ed
efficienza delle unità metropolitane della Libia: provvedimenti per realizzare la prima e migliorare la seconda.
Programma 1940, n. 03100/342 del 23 aprile 1940, AUSSME.
174 Comando Raggruppamento Maletti, Relazione sulle operazioni svolte dal raggruppamento per la
a
presa di Sidi Barrani, n°1811 Op. del 28 settembre 1940, AUSSME, Diari Storici 2 Guerra
Mondiale, Rep. N1-11, b. 1160 D4.
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