Page 175 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)
IL LONG RANGE DESERT GROUP
Nel 1939 il maggiore Bagnold non era più in servizio attivo, una malattia
contratta in Estremo Oriente ne aveva determinato il congedo per motivi
sanitari, una decisione forse troppo affrettata visti gli eventi successivi e visto
che Bagnold sarebbe morto nel 1990 all’età di 91 anni. Richiamato in servizio
allo scoppio del conflitto e destinato al Kenia, un territorio che non conosceva
affatto e nel quale la sua conoscenza del deserto non sarebbe stata di alcuna
utilità, rimase però bloccato in Egitto dai danni riportati dalla nave che lo stava
portando a destinazione, il transatlantico della Cunard Franconia, nella collisione
con l’incrociatore ausiliario Alcantara. Bagnold era un personaggio noto per la
sua attività di esploratore e studioso, e la notizi della sua presenza al Cairo fu
riportata dalla stampa locale attirando l’attenzione del futuro comandante in
capo del Medio Oriente, il tenente generale Archibald Wavell.
Wavell, che aveva combattuto sia nella guerra anglo-boera, sia nella Grande
Guerra in cui aveva perso un occhio, era anch’egli uno studioso e soprattutto
un ufficiale in grado di pensare e agire fuori dagli schemi. Consapevole delle
potenzialità di Bagnold, non perse tempo a convocarlo e dopo un breve colloquio
lo fece trasferire a Marsa Matruh, verso la frontiera con la Libia, in quello che più
di venti anni prima era stato il teatro di operazioni delle Light Car Patrol. Bagnold
ricordava molto bene l’incontro con il maggiore Lorenzini al Gebel Auenat ed
era altresì ben consapevole delle possibilità di azione che si offrivano agli italiani,
buoni conoscitori del deserto, a fronte della generale debolezza britannica in
quel settore. L’Italia non era ancora in guerra, ma da un momento all’altro poteva
scendere in campo e in questa situazione di incertezza Bagnold compilò di sua
iniziativa uno studio che proponeva la creazione di un’unità speciale per la guerra
nel deserto sul modello delle Light Car Patrol.
Lo studio, inoltrato per via gerarchica e accolto con un certo scetticismo,
si perse nei meandri della burocrazia militare, ma dopo l’entrata in guerra
dell’Italia Bagnold decise di seguire una strada più diretta e meno ortodossa. Il 19
giugno 1940, recatosi di persona al Cairo, riuscì a convincere il capo dell’ufficio
operazioni a far arrivare sulla scrivania del comandante in capo una copia del
documento, e dopo meno di un’ora venne convocato nell’ufficio di Wavell. Il
colloquio fu molto breve, secondo quanto avrebbe poi raccontato lo stesso
Bagnold, e si concluse con l’autorizzazione a sviluppare il progetto accompagnata
dall’invito alla massima discrezione e da un documento che gli dava assoluta
libertà di manovra per il reclutamento del personale e l’acquisizione dei mezzi
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