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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
una da 7,7 mm e un fucile mitragliatore, in aggiunta ai 36 moschetti di dotazione
individuale. Le scorte di acqua e viveri erano calcolate per 8 giorni, quelle di
carburante per un’autonomia di 600 km.
La sera del 28 gennaio la colonna Capurro sostò per la notte con le misure di
sicurezza previste nei pressi del Gebel Bueb e nei tre giorni seguenti, incrociando
nella zona compresa fra Maaten Bisciara e Gueret et Debasc, si imbatté più
volte in tracce recenti di automezzi e in latte di benzina vuote. Il pattugliamento
era condotto in stretto coordinamento con i Ghibli della 26 Squadriglia e
a
durante le soste veniva regolarmente impiantato il radiogoniometro campale che
continuava a rilevare nelle vicinanze la presenza di un’emittente sconosciuta. Alle
11:00 del 31 gennaio dal velivolo del sottotenente Orazio Rota in missione di
ricognizione a sud-sud-ovest di Maaten Bisciara vennero avvistati 11 automezzi
che procedevano con rotta 45°. Rota ne informò immediatamente sia Cufra
che la colonna celere, in sosta a circa 65 km di distanza. Non appena appreso
dell’avvistamento, Capurro guidò i suoi automezzi su una rotta opposta per
245° verso il Gebel Sherif, dove alle 11:30 la pattuglia del LRDG si era intanto
fermata. I Ghibli continuavano la loro preziosa azione di sorveglianza e alle
15:30 il tenente Maccabruni segnalò con un messaggio che i veicoli nemici erano
molto vicini, sparsi nei canaloni del Gebel Sherif dove avevano evidentemente
cercato riparo per sfuggire alla ricognizione aerea.
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Guidata dal Ghibli di Maccabruni la colonna della sahariana si divise in due
e, mentre il tenente Capurro con l’A.S.37 e un FIAT 634N entrava da nord
nel canalone largo non più di trenta metri che attraversa con andamento nord-
ovest/sud-est il Gebel Sherif, gli altri autocarri ne raggiungevano l’ingresso
meridionale e vi entravano a loro volta. Ben presto gli italiani si imbatterono nei
primi tre automezzi della pattuglia “T” che, defilati alla vista dalle asperità del
terreno, la accolsero con un violento fuoco di armi automatiche da una distanza
di 200 o 300 metri. Sotto le prime raffiche caddero il tenente Capurro e due
libici, ma questo non fermò gli uomini della “sahariana” che, agli ordini del
tenente Minutillo, si lanciarono con decisione nel combattimento. Mentre i libici
mettevano piede a terra e prendevano posizione, da bordo degli automezzi gli
artiglieri mettevano in azione le mitragliere da 20 mm, e gli specialisti e gli avieri
azionavano le mitragliatrici. I colpi delle armi pesanti incendiarono l’autocarro
25 Degli avvenimenti che seguirono, oltre alla relazione del tenente Minutillo della compagnia
sahariana, esistono alcune ricostruzioni di fonte britannica, tutte peraltro discordanti fra loro
in particolari anche di un certo rilievo, ragion per cui si è ritenuto opportuno seguire il
racconto di Minutillo, integrato con la puntuale e dettagliata ricostruzione fatta sui luoghi
dello scontro da Gross, Chiarvetto e O’Carroll, in un bel’esempio di studio condotto sia sui
documenti, sia sul terreno. (K. GROSS et al., Incident at Gebel Sherif. In search of the first clash of
the Special Forces 1941-2009, Kuno Gross, 2009)
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