Page 197 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)
2°) che le due azioni sono collegate attraverso migliaia di chilometri di deserto
mediante impiego automezzi che a detta nostro specialista liberato hanno
autonomia tremila chilometri et venti giornate acqua. Scopo azione concomitante
[…] nostri territori del sud libico tende at provocare ribellione generale, con
rientro di un rappresentante della Senussia at Cufra e di un Abdulgelil Seif-en-
Nasser nel Fezzan.
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La pattuglia “T” del Long Range Desert Group. (g.c. Filippo Cappellano)
Se in queste parole si può leggere un’inconfessata ammirazione per le
capacità organizzative dell’avversario, è ben più evidente la preoccupazione per
possibili iniziative destabilizzanti in regioni pacificate soltanto da un decennio. Il
comportamento dei soldati libici era stato esemplare, come sottolineavano tutti
i rapporti, e anche l’atteggiamento delle popolazioni non aveva dato particolari
motivi di preoccupazione, ma il riaccendersi di una guerriglia “di importazione”
non era da escludersi. Si spiegano anche così l’intensa attività di ricognizione dei
Ghibli e la decisione di evacuare i civili italiani verso Tripoli. Graziani, vecchio
soldato coloniale, era particolarmente sensibile a questi temi ed era un altrettanto
convinto assertore del valore del mezzo aereo per il controllo dei territori
desertici. Con lo stesso messaggio informava quindi Roma di aver disposto il
trasferimento immediato a Cufra di tre velivoli da bombardamento S.81 che,
26 SUPERCOMANDO A.S.I., telegramma 01/1415/OP-1 del 2 febbraio 1941, AUSSME,
Avvenimenti nel Sahara Libico, b.16, f.1.
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