Page 237 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)


            IL RAID DI FORT LAMY





               L’importanza della rotta aerea da Takoradi a Karthum non era intanto sfuggita
            ai comandi italo-tedeschi che nel gennaio del 1942, nell’imminenza della ripresa
            offensiva che per la seconda volta avrebbe cacciato le forze britanniche dalla
            Cirenaica, tentarono di interromperla attaccando il vitale scalo di Fort Lamy.
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            La distanza da coprire era però tale da richiedere soluzioni che andavano oltre
            le possibilità dei reparti da bombardamento della Regia Aeronautica e anche del
            Sonderkommando Blaich, il reparto speciale agli ordini del capitano Theo Blaich
            che la Luftwaffe aveva proiettato nel Sahara Libico. Hon, dove era stato rischierato
            il bombardiere Heinkel He.111 del II/KG4 (II Gruppe/Kampfgeschwader 4)
            messo a disposizione di Blaich, era lontana 1900 chilometri da Fort Lamy, e
            Murzuch quasi 1700. Serviva un campo trampolino, ruolo per il quale il maggiore
            Ottaviano Vimercati Sanseverino, un veterano del Sahara, propose il campo di
            fortuna di Bir Musciurù, da lui individuato nel 1936. In quella sperduta località,
            a un centinaio di chilometri dalla frontiera con il Ciad e 135 chilometri a sud
            di Gatrun, il terreno era sufficientemente compatto da permettere il decollo
            a pieno carico del bombardiere che, per coprire i 1300 chilometri di distanza,
            sarebbe stato modificato installandovi due serbatoi supplementari da 160 litri
            ciascuno  prelevati  da  un  trimotore  S.81  fuori  uso.  La  modifica,  studiata  da
            Vimercati Sanseverino, fu introdotta sul bimotore tedesco al suo arrivo a Bir
            Musciurù il 21 gennaio 1942, e il velivolo così attrezzato fu quindi rifornito con
            i 4000 litri di carburante che un S.81 aveva portato da Sebha.
               Il bombardiere si alzò in volo alle 8:15 del 22 gennaio con 6 uomini di equipaggio
            tra i quali Blaich e Vimercati Sanseverino, responsabile della navigazione, un
            carico di benzina di 5000 litri e un armamento di caduta costituito da 16 bombe
            da 50 chilogrammi.  Il decollo non presentò inconvenienti e così pure la prima
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            86   B. DI MARTINO, Il raid di Fort Lamy, in «I Quaderni della Rivista Aeronautica», 6/2010, p.
               88-96; A. SCARAGLINO.
               http://www.storiediguerra.eu/2017/10/16/fort-lamy-un-colpo-di-mano-nella-guerra-degli-
               approviggionamenti/.
            87   Il  capitano  Theo  Blaich  era  un  vecchio  coloniale,  già  proprietario  di  una  piantagione  in
               Camerun. Rientrato in Germania nel 1939 si era arruolato nella Luftwaffe portando con sé
               un Messerschmitt Bf.108 Taifun di sua proprietà, un monomotore da turismo che avrebbe
               utilizzato anche in Libia. Consulente di Rommel per le questioni africane, aveva sostenuto la
               necessità di conquistare Fort Lamy ed era riuscito a ottenere l’autorizzazione di Rommel a
               organizzare almeno un raid aereo. Il maggiore Vimercati Sanseverino aveva una non comune
               conoscenza dell’interno della Libia e per questo era stato designato come navigatore. Gli altri
               quattro membri d’equipaggio erano il tenente (Oberleutnant) Frantz Bohnsack, pilota, il pari


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