Page 234 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
P. 234

Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”


            ricevuti di recente.  La via più diretta per il Fezzan era la pista che toccava le oasi
                             80
            di Mogigo, Bilma, Murzuch, lunga 1000 chilometri fino al confine libico e altri
            1350 fino a Murzuch, ma questa era anche la via più improbabile dal momento
            che si sviluppava nei territori dell’Africa Occidentale Francese controllata dal
            governo di Vichy. Rimanevano quindi le meno agevoli piste che attraversavano
            le  regioni  del  Borkou  e  del  Tibesti,  con  un  tortuoso  sviluppo  di  circa  1100
            chilometri  fino  al  confine  e  di  1600  fino  a  Murzuch,  da  dove  si  sarebbero
            presentate alle truppe degaulliste due possibili direttrici: da un lato la rotabile
            che per Brach arrivava a Tripoli, dall’altro quella che, dopo aver toccato l’oasi di
            Socna, si immetteva nella via litoranea a Misurata. Da Socna sarebbe stato anche
            possibile procedere su Zella per cercarvi un collegamento con le forze che da
            Cufra avessero eventualmente puntato su El Agheila.

               Disegnate così le possibili linee d’azione dell’avversario, non c’era dubbio sul
            fatto che le distanze in gioco, la natura desertica e inospitale di quelle regioni, la
            mancanza di buone vie di comunicazione, permettessero di escludere un’azione
            in forze dall’Africa Equatoriale Francese verso la Tripolitania. Dal momento
            che non tutte le forze segnalate in Ciad avrebbero potuto essere impiegate in
            un’eventuale offensiva, l’entità della minaccia non avrebbe potuto essere molto
            più consistente di quella che si era materializzata prima a Murzuch in gennaio
            e poi a Cufra in febbraio. Era quindi ragionevole ipotizzare l’impiego di non
            più di duemila o tremila uomini motorizzati e forse di un migliaio cammellati.
            In questa prospettiva non era ritenuto conveniente organizzare la difesa a sud
            di Murzuch, per coprire un territorio di nessun valore militare, economico e
            politico, molto lontano dalle proprie basi e oltre il limite delle rotabili, e neppure
            ripiegare verso Hon, dove il logorio logistico imposto all’avversario non avrebbe
            compensato l’abbandono di una regione di una certa importanza e l’impatto che
            questo ripiegamento avrebbe avuto sulle popolazioni. L’offensiva “de gaullista”
            doveva quindi essere fermata all’altezza di Murzuch, e a tal fine, nel ritenere
            che le forze disponibili fossero sufficienti e non fossero necessari rinforzi dalla
            fascia costiera o dalla Cirenaica, il Comando Supremo suggeriva di rinforzare
            i presidi di Murzuch e di Zuila e di occupare la zona di Tmessa a sbarramento
            della direttrice Uau el-Chebir-el Fogaha-Hon, sguarnendo nel caso i presidi di
            Mizda e Nalut, non direttamente minacciati, e quello di Hon, rafforzato a suo
            tempo quando le forze britanniche erano attestate sulla linea El Agheila-Marada
            e potevano quindi per Zella e Hon aggirare lo schieramento italo-tedesco nella
            Sirte. Doveva poi essere rafforzata l’aviazione sahariana, che a Hon aveva al
            momento soltanto 11 velivoli, e doveva essere pianificato il bombardamento



            80   Comando Supremo, S.I.M., AFRICA EQUATORIALE FRANCESE - Entità e dislocazione
               delle forze degaulliste, promemoria del 21 ottobre 1941, AUSSME, Rep. I-4, b. 18, f. 2.


                                                232
   229   230   231   232   233   234   235   236   237   238   239