Page 229 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)


            ed era allo studio la possibilità di estendere questo dispositivo verso sud-est, nel
            Sahara Libico, potenziando le forze mobili già esistenti a Zella e rafforzando il
            presidio di Tmessa per meglio fronteggiare eventuali iniziative dalla direttrice
            Cufra-Tazerbo. Per poter concretizzare queste misure occorreva assegnare al
            Comando  della Cirenaica almeno 2  battaglioni di armi d’accompagnamento,
            un battaglione mitraglieri su 4 compagnie, 4 compagnie di cannoni da 47/32
            e 2 batterie da 20 mm, con l’assunto che questi reparti, che avrebbero dovuto
            affluire con urgenza dall’Italia, fossero completamente motorizzati e montati su
            automezzi di tipo sahariano. Per le esigenze del Sahara Libico, in funzione della
            copertura delle provenienze da Cufra e di quelle dall’Africa Equatoriale Francese,
            contro le quali potevano agire gli elementi mobili dei presidi di Ghat e Murzuch e
            del costituendo presidio di Tmessa, era invece possibile provvedere con i reparti
            libici già in loco, opportunamente rischierati e riorganizzati. La nota dolente era
            il materiale, in quanto per i 6 battaglioni libici e le 23 compagnie mitraglieri da
            posizione distribuiti tra il Fezzan e la Cirenaica, e per le 3 compagnie sahariane non
            ancora completamente equipaggiate, veniva individuata un’esigenza complessiva
            di 193 autocarri Lancia 3RO, 15 autocarri sahariani A.S.37, 86 pezzi anticarro e
            18 mitragliere da 20 mm. Nessuna di queste richieste poteva essere soddisfatta
            con l’urgenza più volte sottolineata da Supercomando ASI, e anche le previsioni
            più ottimistiche, che parlavano di qualche mese, sarebbero state sconvolte dal
            sopraggiungere di più pressanti esigenze.

               Nel  frattempo,  nel  quadro di un riordinamento  dei  reparti  libici  mirato a
            incrementarne la potenza di fuoco e a ridurne il peso logistico, veniva deciso
            di sostituire le vecchie mitragliatrici Schwarzlose di preda bellica, raffreddate
            ad  acqua,  con  mitragliatrici  FIAT  mod.  35  raffreddate  ad  aria.  Sul  finire  di
            ottobre all’elenco dei materiali «indispensabili per dare una certa consistenza
            alla vigilanza della zona pregebelica, sirtica e sahariana, ove le puntate di mezzi
            meccanizzati  nemici  si fanno  sempre più ardite e frequenti»  furono  quindi
            aggiunte 230 mitragliatrici, con 132 supporti per il tiro contraereo, e inoltre 5
            autovetture e 10 apparati radio a onde corte.  Qualcosa cominciò a muoversi
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            verso la fine dell’anno, quando alla Direzione Generale d’Artiglieria fu ordinato di
            approntare 70 pezzi da 47/32, completi di congegni di puntamento, prelevandoli
            dalla produzione con precedenza su ogni altra esigenza per inviarli a Tripoli con
            il primo convoglio in partenza,  e misure analoghe furono decise per gli altri
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            74   Comando Superiore Forze Armate Africa Settentrionale, Stato Maggiore, Potenziamento del
               Sahara Libico, n. 01/17244 Op del 21 ottobre 1941, AUSSME, Rep. I-4, b. 16, f. 1, Avvenimenti
               nel Sahara Libico.
            75   Stato Maggiore Regio Esercito, Ufficio Servizi II, Armi sfuse per il potenziamento del Sahara
               Libico, n. 54878 del 23 dicembre 1941, AUSSME, Rep. I-4, b. 16, f. 1, Avvenimenti nel Sahara
               Libico.


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