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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
Un trimotore S.81 in atterraggio su un aeroporto libico. (AUSSMA)
Nella tarda estate del 1941, con le forze francesi del Ciad in fase di
riorganizzazione, la minaccia alle retrovie dell’Asse era rappresentata dalle
pattuglie del LRDG, la cui capacità di operare nel deserto a grande distanza
dalla base dell’oasi di Siwa veniva sfruttata per svolgere una persistente attività
di sorveglianza sugli itinerari stradali e infiltrare nella regione del gebel cirenaico
agenti informatori arruolati tra i fuoriusciti libici, integrando in seguito questa
attività di intelligence con occasionali incursioni contro convogli in transito.
Nonostante la formazione tipo comprendesse non più di una mezza dozzina di
veicoli, e fosse quindi piuttosto “leggera”, questi attacchi, oltre a creare un clima
di insicurezza e a vincolare in compiti di presidio uomini e mezzi allontanandoli
dal fronte, rappresentavano una forma di interdizione del campo di battaglia che
non era possibile sottovalutare.
I comandi italiani erano decisi a fare il possibile per limitare la libertà d’azione
di questi inafferrabili scorridori del deserto che emergevano all’improvviso dallo
sterminato entroterra libico per colpire obiettivi nella fascia costiera, vitale retrovia
delle forze italo-tedesche impegnate intorno a Tobruk e sulla frontiera egiziana.
A tal fine nel settembre del 1941 erano in allestimento nuclei mobili in alcuni
presidi del sud della Cirenaica, quali Mechili, Agedabia, El Agheila, Gialo, Marada,
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