Page 242 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
retrovie delle forze italo-tedesche per colpirne con azioni mirate di sabotaggio
i punti sensibili, in particolare aeroporti e depositi. Compiuta la missione, i
sabotatori avrebbero raggiunto località prestabilite dove li avrebbero attesi le
pattuglie motorizzate del LRDG per riportarli nelle linee britanniche. Il loro
campo d’azione sarebbe quindi stata la fascia costiera, ma la conoscenza del
deserto che avevano gli uomini del LRDG sarebbe stata fondamentale per il
successo della delicata fase di rientro. Per poter svolgere efficacemente questa
tipologia di missione, l’unità speciale immaginata da Stirling doveva avere la
massima libertà nel reclutamento e nella scelta dell’equipaggiamento, pieno
accesso ai dati di intelligence più aggiornati, e uno status particolare che la
ponesse direttamente alle dipendenze del massimo vertice militare, data la natura
strategica e non tattica delle sue azioni. Dall’insieme di queste caratteristiche non
è difficile arrivare a catalogarla come unità delle forze speciali, concetto oggi di
uso corrente ma all’epoca del tutto innovativo.
Nella consapevolezza di quanto il suo progetto fosse lontano dall’ortodossia
accettata, Stirling aveva la certezza che se lo avesse inoltrato lungo la scala gerarchica
il documento si sarebbe arenato a uno dei livelli intermedi della burocrazia
militare, finendo con l’essere inesorabilmente cestinato. Per scongiurare questo
rischio, quando a luglio inoltrato fu finalmente in grado di alzarsi dal letto, decise
di ignorare le procedure e, secondo il suo tipico stile, di arrivare direttamente
al vertice. La leggenda successiva ha romanzato il modo in cui, eludendo tutti
i controlli, riuscì a entrare nel quartier generale delle forze britanniche del
Medio Oriente e a raggiungere fortunosamente l’ufficio del sottocapo di stato
maggiore, generale Neil Ritchie, e a farsi ascoltare prima di essere acciuffato dalla
sicurezza che era alle sue calcagna, ma con tutta probabilità le cose andarono in
modo molto meno avventuroso. Sia Ritchie, sia il nuovo comandante in capo
del Medio Oriente, Sir Claude Auchinleck, erano scozzesi, durante la Grande
Guerra entrambi avevano prestato servizio sul fronte occidentale con suo padre,
il generale Archibald Stirling, Auchinleck era un vecchio amico di famiglia e
Ritchie era stato più volte a caccia nella tenuta degli Stirling a Keir, nel Perthshire,
e quella era un’epoca in cui i legami di reggimento, di classe e di famiglia avevano
un peso. Stirling poi sapeva farsi ascoltare e non sorprende quindi che Aunchileck
e Ritchie gli abbiano dato carta bianca. Si può dire con buona certezza che
questo fu però possibile solo per il particolare contesto ambientale, quello
dell’esercito britannico, con le sue fortissime tradizioni reggimentali e i suoi
intrecci di altrettanto forti legami familiari e sociali, e per il particolare momento
storico, con le armate italo-tedesche ammassate alla frontiera egiziana dopo una
travolgente avanzata attraverso la Cirenaica, ma quella decisione avrebbe avuto
conseguenze di lunga portata.
Mentre veniva avviato il reclutamento, e iniziato un improvvisato
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