Page 246 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”


            SAS E LRDG: IL TAXI DEL DESERTO





               Mentre  veniva sballottato  dagli scossoni  dell’autocarro Chevrolet  che  lo
            riportava a Siwa dopo il fallimento dell’operazione Squatter, Stirling ripensava
            all’accaduto e, pur nella certezza dell’insuccesso, ne traeva elementi di conforto e
            ispirazione. Dopo aver preso terra, con un piccolo gruppo di uomini era arrivato
            alla strada costiera per poi tornare ad addentrarsi indisturbato nell’interno, fino
            all’appuntamento con pattuglia del LRDG, il che dimostrava che la cosa era
            fattibile. La facilità con cui questi uomini si muovevano nel deserto indicava poi
            una possibile alternativa al lancio con il paracadute, troppo rischioso e aleatorio.
            Tutto questo lo portò a concepire l’idea di sfruttare le capacità del LRDG per
            trasportare vicino all’obiettivo le squadre del SAS e recuperarle dopo l’azione, in
            una sorta di “servizio taxi” che combinava le competenze in materia di mobilità e
            navigazione nel deserto del LRDG con le competenze in materia di infiltrazione
            e sabotaggio del SAS. Le battute iniziali dell’operazione Crusader mettevano poi
            a sua disposizione una base di partenza più avanzata di Siwa. Il 25 novembre,
            infatti, la Forza E, un’unità composita formata da reparti britannici, indiani e
            sudafricani, agli ordini del brigadiere generale Denys Reid, partita da Giarabub
            il giorno 18, si era impadronita dell’oasi di Gialo. Secondo i suoi ordini Reid
            avrebbe dovuto proseguire verso nord, oltre Agedabia, per intercettare le linee
            di comunicazioni dell’Asse lungo la costa, ma perché la Forza E non venisse
            sorpresa allo scoperto e distrutta dalle forze aeree italo-tedesche era necessario
            che queste fossero preventivamente neutralizzate. Questo compito offriva una
            nuova opportunità al SAS e permetteva di sperimentare la modalità operativa
            immaginata da Stirling e concretizzata in una serie di colloqui con Prendergast.

               Il  5  dicembre  Stirling  e  i  suoi  uomini arrivarono  a Gialo e  subito  venne
            imbastito un piano d’attacco, individuando come obiettivi gli aeroporti di Sirte,
            distante quasi 500 km, e il più vicino aeroporto di El Agheila. Dal momento che
            Reid avrebbe dovuto muovere verso nord non più tardi del 22 dicembre, non
            c’era tempo da perdere, e il 5 dicembre Stirling e 14 dei suoi uomini presero
            posto sugli autocarri della pattuglia “S1” del LRDG. Il mattino del quarto giorno,
            quando distava una cinquantina di chilometri da Sirte, la colonna di automezzi
            fu individuata e attaccata da un Ghibli che sganciò un paio di bombe prima di
            allontanarsi. Anche se non ci furono vittime né danni, la sorpresa era ormai
            svanita. Fu comunque deciso di proseguire e nella tarda serata del 14 dicembre la
            pattuglia autocarrata si fermò a una mezza dozzina di chilometri da Sirte. Stirling
            con un paio di uomini si avviò in quella direzione, mentre la colonna ripartiva
            verso Tamet e il suo aeroporto, una quarantina di chilometri più a nord, obiettivo


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