Page 249 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)


            Stirling tornò a lanciare all’attacco i suoi uomini, sempre con l’ausilio del “taxi
            del deserto”. Questa volta gli obiettivi erano gli aeroporti di Arco dei Fileni,
            in prossimità della monumentale struttura di marmo eretta a cavallo della Via
            Balbia sull’antico confine tra Tripolitania e Cirenaica, Nofilia, più a occidente e
            all’incirca equidistante tra Sirte e Arco dei Fileni, e ancora Tamet e Sirte, nella
            convinzione che gli avversari non si aspettassero dopo pochi giorni un nuovo
            attacco  a questi  due  campi. Il via all’operazione  fu  dato la vigilia di Natale,
            quando Stirling e Mayne lasciarono Gialo con due pattuglie del Distaccamento
            L, ciascuna a bordo di 3 automezzi del LRDG. 97

               Anche questa volta Stirling e la sua squadra non riuscirono a portare a termine
            la missione. Il tentativo di arrivare a Sirte semplicemente percorrendo la Via
            Balbia fu infatti frustrato dall’intenso traffico che nella notte del 27 dicembre
            impedì ai 3 automezzi del LRDG di immettersi dal deserto sulla strada senza
            essere osservati, e con l’arrivo del giorno Stirling decise a malincuore di rinunciare.
            Prima di ritirarsi, la piccola colonna percorse però un tratto della Balbia, dove
            di giorno il traffico era meno intenso, sparando contro i veicoli che incrociava e
            quelli in sosta, per poi deviare a sud verso il deserto. Mayne con i suoi tre uomini
            riuscì  invece  a  portare  a  termine  il  compito  affidatogli,  riunendosi  a  Stirling
            sulla via del ritorno con la notizia di aver sabotato a Tamet altri 24 velivoli. Le
            fonti italiane citate da Massimello riducono questo numero a 9, con un decimo
            gravemente danneggiato, ma quello messo a segno da Mayne era comunque un
            buon colpo, si trattava infatti di altrettanti caccia Macchi MC.202 del 1° Stormo
            C.T., i più moderni in dotazione alla Regia Aeronautica.

               Quello di Tamet fu l’unico vero successo di questa operazione del SAS. La
            squadra composta dal tenente William Fraser e da altri 4 uomini, portata dal
            LRDG in prossimità dell’Arco dei Fileni il 27 dicembre, trovò che l’aeroporto
            era troppo ben difeso e Fraser, riconoscendo di non avere possibilità di successo,
            decise  di abbandonare  la  missione e dirigersi al  punto  di incontro  previsto.
            Quanto alla squadra del tenente Lewes, che la stessa pattuglia “T2” del LRDG
            lasciò il giorno dopo a circa 25 km da Nofilia, quando la notte del 29 dicembre
            riuscì a infiltrarsi nel campo trovò che vi erano rimasti soltanto due velivoli,
            probabilmente abbandonati perché incidentati dal momento che, come fa notare
            Massimello, della loro distruzione non si trova traccia nei rapporti italiani. Il
            rientro, una volta raggiunto l’appuntamento con il “taxi del deserto”, fu quanto
            mai tormentato. Alle prime luci del giorno la piccola autocolonna della pattuglia
            “T2” fu infatti attaccata da un bimotore Messerschmitt Bf.110 che la obbligò a
            disperdersi e le inflisse le prime perdite, e poi a più riprese da coppie di Ju.87.
            Lewes venne colpito a morte e fu sepolto sul posto, il resto degli uomini, in

            97   Ivi, p. 75-77.


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