Page 247 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)
assegnato al tenente Robert “Paddy” Mayne con il resto degli uomini del SAS. I
due nuclei di sabotatori avrebbero dovuto agire di concerto la notte successiva,
ma questo inatteso cambio di programma rischiò di far fallire la missione.
Durante tutta la giornata del 15 dicembre sull’aeroporto di Sirte si susseguirono
infatti i decolli e gli atterraggi, ma a sera l’ampia spianata era vuota e le misure
di sicurezza sembravano visibilmente rafforzate. Era evidente che l’allarme era
stato dato e Stirling non poté fare altro che ripiegare con i suoi uomini verso il
punto d’incontro.
A Tamet le cose andarono diversamente. Alle dieci di sera Mayne e i suoi
10 uomini si infiltrarono non visti nell’area aeroportuale, distrussero 14 velivoli
con bombe Lewes piazzate in corrispondenza degli attacchi alari e ne misero
fuori uso altri 10 sparando ai pannelli strumenti. I rapporti italiani, citati da
Massimello, non confermano il numero dei velivoli distrutti, riportando
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la distruzione di 3 CR.42, uno dei quali incidentato, un MC.200 e uno Ju.87,
nonché di una piccola quantità di bombe da 250 kg e di bombe incendiarie da
20 kg, ma i rapporti non citano quanto potrebbe essere accaduto ai velivoli della
Luftwaffe presenti sullo stesso campo, per cui non è da escludersi che anche un
certo numero di questi sia stato messo fuori uso. Prima di ritirarsi gli uomini
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del SAS attaccarono con i loro mitra Thompson e le bombe a mano una baracca
che sembrava essere una sorta di sala convegno per gli equipaggi della Luftwaffe,
massacrandone a bruciapelo i circa trenta aviatori colti di sorpresa. Quando lo
seppe, Stirling rimase colpito dalla brutalità e dalla violenza dell’atto, ma questo
era il tipo di guerra che veniva combattuto dietro le linee, un tipo di guerra in cui
uomini come Mayne si trovavano particolarmente a loro agio. Anche di questo
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attacco non c’è peraltro traccia nei rapporti italiani, che ricordano invece le mine
sistemate dagli attaccanti sulla strada d’accesso e sulle quali saltarono in aria due
autocarri che stavano arrivando con i rinforzi, causando la morte di un ufficiale
dell’esercito e il ferimento di 7 soldati, mentre quella notte tra il personale della
Regia Aeronautica non si ebbero né morti né feriti.
Riunitisi al punto di incontro previsto con il resto della colonna, gli uomini
del SAS rientrarono senza inconvenienti a Gialo poco prima che vi arrivasse la
pattuglia che, guidata da Lewes e portata a destinazione dalla pattuglia “T2” del
LRDG, quella stessa notte aveva attaccato il campo di aviazione di El Agheila,
circa 250 km più a nord. Le informazioni disponibili si erano dimostrate sbagliate,
il campo era deserto, ma Lewes aveva in qualche modo rimediato interrompendo
una linea telefonica e facendo saltare in aria 2 autocarri. Poi, risalito a bordo
94 Ibidem.
95 G. MASSIMELLO, Lo Special Air Service op. cit..
96 B. MACINTYRE, SAS Rogue Heroes op. cit., p. 67-69.
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