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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”


            per agire contro le provenienze dal sud. Per organizzarli e attrezzarli era però
            indispensabile il concorso  dell’esercito, dal  momento che la  5  Squadra  non
                                                                        a
            aveva sufficienti capacità di autotrasporto. La catena di comando infine avrebbe
            fatto capo al Comando Settore Aeronautico Ovest, a Tripoli, tramite il Comando
            dell’Aviazione del Sahara, a Hon.
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               Non era un quadro incoraggiante  e  suggeriva una risposta non  certo
            soddisfacente  alle richieste  di Kesselring. Su queste  basi veniva però
            immediatamente  ridisegnato  il  quadro  delle  disposizioni  già  impartite  alla  5
                                                                                     a
            Squadra Aerea, richiedendo nel breve termine solo ricognizioni diurne, a vista
            e  fotografiche,  sulla  camionabile  Kano-Fort  Lamy,  da  eseguire  con  un  S.83
            messo a disposizione dal Comando Servizi Aerei Speciali facendo attenzione a
            evitare entrambe le località per la possibile presenza di reparti da caccia sui loro
            aeroporti. Queste missioni dovevano essere finalizzate ad accertare l’entità del
            traffico stradale e del traffico ferroviario per Kano, a individuare località idonee
            all’atterraggio  da  utilizzare  all’occorrenza  per  infiltrare  nuclei  di  guastatori,  a
            localizzare i campi d’appoggio lungo la rotta aerea dal Golfo di Guinea al Nilo.
            Gli S.79 dovevano invece essere impiegati in ricognizioni offensive sui presidi
            della regione del Tibesti, mentre il bombardamento di Fort Lamy era rimandato
            al giorno in cui sarebbe stato disponibile un numero adeguato di quadrimotori
            Piaggio.
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               Furono così create le premesse per un nuovo raid sul Ciad che venne eseguito
            il 19 maggio da un S.83 del Nucleo Comunicazioni della LATI (Linee Aeree
            Transcontinentali Italiane).  Il trimotore immatricolato I-AZUR, dopo  essere
            stato equipaggiato con macchine fotografiche fu trasferito da Guidonia a Castel
            Benito, dove venne aggregato al 145° Gruppo, e il 18 maggio rischierato sul
            campo trampolino  di Gatrun insieme  a un S.82  della 604  Squadriglia con
                                                                      a
            compiti di supporto. La missione, che ebbe una durata di 9 ore e 25 minuti, si
            svolse senza inconvenienti ma non ebbe seguito. Il giorno dopo infatti il velivolo
            decollò alla volta di Hon e di qui proseguì per Tripoli dove avrebbe continuato
            a operare con compiti di natura logistica fino al rientro in Italia in novembre.
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            135   Stato Maggiore Regia Aeronautica (Superaereo), Operazioni nell’Africa Equatoriale Francese, n.
               1B/4306 del 28 marzo 1942 (comunicazione al Comando Supremo a firma del Capo di Stato
               Maggiore, generale di Squadra Aerea Rino Corso Fougier), AUSSMA, Rep. LT-1, B1/25-1, b.
               37, f. 5.
            136   Stato Maggiore Regia Aeronautica (Superaereo), Operazioni nell’Africa Equatoriale Francese, n.
                                                             a
               1B/4341 del 28 marzo 1942, (comunicazione al Comando 5  Squadra Aerea a firma del Capo
               di Stato Maggiore, generale di Squadra Aerea Rino Corso Fougier), AUSSMA, Rep. LT-1,
               B1/25-1, b. 37, f. 5.
            137   L’equipaggio del Savoia Marchetti era formato dai piloti tenente colonnello Felice Mazzetti e
               tenente Umberto Allevi, dal tenente motorista Piccaglia e dal marconista 1° Aviere Zallocco


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