Page 281 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)


               Le azioni condotte via terra dal Distaccamento L, ebbero ancora una volta
            il supporto dei “taxi del deserto” del LRDG che trasportò da Siwa all’area del
            Gebel Achdar le pattuglie che avrebbero attaccato gli aeroporti della zona di
            Bengasi, vale a dire i due di Berka (K.1 e K.2) e quelli di Benina e Barce. Molto
            più a oriente i campi di el-Fteiah (Derna) e Martuba, ben più vicini alla linea
            del fronte, erano invece l’obiettivo di un’operazione di inganno pianificata per
            essere  eseguita  il mattino  del  13  giugno.  Una  piccola  autocolonna composta
            da un’autovettura tipo Kübelwagen, da un autocarro Opel Blitz, pure di preda
            bellica, e da un autocarro britannico con false insegne tedesche avrebbe dovuto
            penetrare nell’area di Derna sotto le mentite spoglie di un trasporto di prigionieri.
            Nella realtà i prigionieri erano uomini del Free French Squadron agli ordini del
            tenente Augustin Jordan e le loro guardie in uniformi dell’Afrika Korps, per il
            vero molto simili a quelle britanniche, uomini dello Special Interrogation Group,
            tra i quali due soldati tedeschi con un passato nella Legione Straniera, Herbert
            Brückner e Walter Essner. Catturati in novembre, si erano dichiarati ferventi
            antinazisti e dopo un attento esame erano stati arruolati portando in dote un
            prezioso bagaglio di informazioni aggiornate e di prima mano sui comportamenti
            e sui modi di dire in uso nell’esercito tedesco.

               Delle due squadre del Free French Squadron impegnate nell’area di Bengasi,
            una penetrò nell’aeroporto di Barce facendo saltare un deposito di benzina,
            l’altra,  guidata  dal  tenente  André  Zirnheld,  attaccò  il  campo  K.1  di  Berka,
            dove rivendicò la distruzione di 6 bombardieri tedeschi per poi scomparire
            nell’oscurità  dopo  un  breve  scontro  a  fuoco.  Sull’aeroporto  K.2  la  pattuglia
            del capitano “Paddy” Mayne  trovò una situazione  ben  diversa  da  quella  di
            poche settimane prima. Le sentinelle erano all’erta, anche perché l’attacco al
            K.1, che i francesi avevano lanciato in anticipo sull’orario previsto, aveva dato
            l’allarme, e i velivoli parcheggiati erano presidiati. Mayne e i suoi tre uomini
            furono immediatamente scoperti e dovettero abbandonare l’impresa dopo aver
            danneggiato 3 trimotori S.79. Al termine di un prolungato scontro a fuoco
            riuscirono  a fatica a disimpegnarsi  trovando rifugio  in  un  accampamento
            di beduini, per poi raggiungere il previsto punto di incontro con il “taxi del
            deserto”. Uno di loro aveva però perso contatto durante la convulsa fase del
            ripiegamento e non se ne sarebbe saputo più nulla. Stirling, con due uomini,
            era intanto riuscito a penetrare senza inconvenienti nell’aeroporto di Benina e
            a sistemare le sue bombe Lewes su 5 velivoli della Luftwaffe, un Messerscmitt
            Bf.109, due Ju.87 e due trimotori Ju.52, ricoverati in due hangar, e in un
            deposito di parti di ricambio e attrezzature di supporto. Prima di ritirarsi, i tre
            uomini attaccarono con bombe a mano una baracca illuminata, apparentemente
            un corpo di guardia, dove si trovavano una ventina di soldati tedeschi colti di


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