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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
I RAID DI SETTEMBRE
All’inizio di agosto, nel timore che la loro base di Bir el-Quseir venisse scoperta
da una ricognizione aerea sempre più attiva e presente, il Distaccamento L ebbe
l’ordine di rientrare al Cairo. Il resto del mese fu impiegato nella preparazione
di una serie di operazioni, tutte connotate in termini di interdizione strategica,
che nella notte tra il 13 e il 14 settembre, avrebbero dovuto interrompere le
linee di comunicazione avversarie e determinare il collasso della struttura
logistica italo-tedesca a premessa di un’offensiva in preparazione sulla linea di El
Alamein. Erano previste quattro diverse operazioni, tutte connotate in termini
di interdizione strategica:
– Operazione Bigamy, con obiettivo Bengasi, affidata alla Forza X proveniente
da Cufra, con il compito di distruggere gli impianti portuali e le installazioni
logistiche per poi operare per circa tre settimane nell’entroterra tra Bengasi
e Derna, impedendo o quanto meno ostacolando il transito dei rifornimenti
verso il fronte;
– Operazione Nicety, finalizzata alla conquista dell’oasi di Gialo, affidata alla
Forza Z, proveniente anch’essa da Cufra, che avrebbe dovuto mantenerne
il possesso per tre settimane costituendo la base operativa della Forza X e
coprendone alla fine il ripiegamento attraverso il deserto;
– Operazione Caravan, con obiettivo l’aeroporto di Barce e le vicine installazioni
logistiche, affidata a un distaccamento del LRDG che avrebbe poi dovuto
unirsi alla Forza X;
– Operazione Agreement, con lo sbarco dal mare della Forza A e della Forza
C, provenienti da Haifa e da Alessandria, e l’attacco via terra della Forza B,
proveniente da Cufra, con il compito di impadronirsi di Tobruk e mantenerne
il possesso per almeno 24 ore al fine di distruggerne totalmente gli impianti
e i magazzini, per poi ripiegare via terra muovendo verso oriente per creare il
caos nelle retrovie avversarie e paralizzare le comunicazioni stradali.
Per il numero dei reparti impiegati e per le sue stesse finalità il piano,
complesso e articolato, aveva ben poco in comune con le incursioni dei desert
raiders, e per quanto ben studiato conteneva in sé diversi elementi di debolezza,
a cominciare da una generale sottovalutazione delle capacità di reazione della
difesa. Inoltre, pur nella loro complessità, gli ordini di operazioni non lasciavano
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