Page 287 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)
spazio all’imprevisto, nell’assunto che tutto sarebbe andato come programmato.
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Infine anche la sicurezza lasciò a desiderare, e questo sia per il numero degli
attori in gioco, sia per una certa leggerezza degli interessati, abituati a parlare
liberamente delle loro attività durante le serate trascorse nei bar e nei locali del
Cairo.
Che le forze britanniche, dall’8 agosto agli ordini del generale Harold
Alexander, nuovo comandante in capo per il Medio Oriente, stessero preparando
qualcosa era quindi noto, e già intorno alla metà di agosto veniva raccomandato
ai comandi locali di rafforzare la vigilanza. Anche il Comando del Settore
Aeronautico Centrale, i cui reparti erano concentrati sui campi di Bengasi, Barce
e Tobruk, con compito primario la protezione dei porti e dei convogli, fu posto
in stato di allarme per quanto riguardava la sorveglianza delle provenienze dal
Sahara Libico, nella convinzione che il mezzo aereo rappresentasse la risposta
più efficace contro le infiltrazioni di automezzi. L’allarme era in particolare
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indirizzato all’area di Bengasi, dove per il 15 settembre veniva segnalata l’elevata
probabilità di tentativi di sabotaggio contro aeroporti e depositi. Al riguardo
veniva anche riportata la presenza nella zona a sud di Barce di un presunto
“colonnello francese”, nascosto tra la popolazione locale con il compito di
raccogliere informazioni e coordinare gli attacchi. Il “colonnello francese”
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esisteva davvero, ma era in realtà il belga Robert Marie Emanuel Melot, un
quarantasettenne mercante di cotone residente in Egitto e buon conoscitore del
Nord Africa, con un passato di pilota durante la Grande Guerra, che si era unito
al SAS quale ufficiale intelligence ed era stato da tempo infiltrato dal LRDG nella
zona del Gebel Achdar.
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L’attenzione per l’area di Bengasi non era affatto fuori luogo. Il reparto di
Stirling, rinforzato da un distaccamento dello Special Boat Squadron e da elementi
del Middle East Commando, per un totale di 220 uomini, aveva infatti il compito
di attaccarne e distruggerne le istallazioni portuali e il naviglio all’ancora, nonché
di mettere fuori uso il maggior numero di velivoli possibile sui suoi campi di
aviazione. La mancanza del fattore sorpresa, e le precauzioni conseguentemente
adottate dal comando italiano, fecero però sì che l’operazione, denominata in
151 Al termine dei combattimenti della giornata del 13 settembre gli ordini di operazione furono
trovati dagli italiani su un mezzo da sbarco catturato, il che permise di avere subito un quadro
chiaro di quanto era avvenuto e delle forze in gioco (SUPERMARINA, Operazioni di mezzo
settembre contro le retrovie in Cirenaica. s.i.d., AUSSMA).
a
152 5 Squadra Aerea, Comando, Ufficio Tattico, Direttive per le prossime operazioni, n. 001/0PT.6/E
del 28 agosto 1942 (F. MATTESINI, M. CERMELLI, Le direttive tecnico-operative di
SUPERAEREO, Vol. II, Gennaio 1942 - Settembre 1943, I Tomo, Roma, 1992, p. 334-336).
a
153 5 Squadra Aerea, Comando, Atti di sabotaggio, 2569/Op.8 del 19 agosto 1942, AUSSMA.
154 B. MCINTYRE, SAS Rogue Heroes op.cit., p. 157.
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