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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”


            codice Operation Bigamy, si concludesse con un disastro. L’autocolonna, che
            ancora una volta simulava un trasporto di prigionieri per superare gli inevitabili
            controlli, fu fermata a un posto di blocco italiano e lo scontro a fuoco che ne seguì
            costrinse Stirling a ordinare di rompere il contatto per cercare scampo nel deserto.
            Prima però di riuscire a disimpegnarsi, la Forza X, questa la denominazione in
            codice del complesso di uomini e mezzi ai suoi ordini, perse 2 jeep e un autocarro,
            e 2 dei suoi uomini furono fatti prigionieri.  Era soltanto l’inizio. Allo spuntar
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            del giorno, quando avevano risalito la scarpata che contorna la zona costiera,
            gli uomini della Forza  X furono  sorpresi e attaccati a più riprese da velivoli
            della Regia Aeronautica. A nulla valse il tentativo di mimetizzare e nascondere
            gli automezzi tra gli anfratti del gebel, i ripetuti attacchi aerei distrussero più
            della metà dei 40 veicoli, con pesanti perdite in morti e feriti. Quattro di questi,
            intrasportabili, furono lasciati sul posto affidati alle cure di un infermiere, nella
            speranza che venissero trovati e salvati dagli italiani, come poi avvenne, mentre
            quanto restava della colonna prendeva la via di Gialo e poi di Cufra.
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               Circa un quarto della forza d’attacco di Stirling sarebbe alla fine mancato
            all’appello.  Soltanto pochi mesi  prima un  fallimento di  queste  proporzioni
            avrebbe potuto compromettere il futuro del SAS, ma ora il reparto aveva una
            solida reputazione e azioni come questa raggiungevano comunque lo scopo di
            tenere in allarme l’avversario anche nelle più lontane retrovie. Ne è una esplicita
            conferma la stessa comunicazione, già citata, del comando piazza di Bengasi,
            che, nel dare notizia dell’incursione respinta, confermava il permanere dello stato
            di allarme ritenendo altamente probabile che il nemico rinnovasse il tentativo
            per rifarsi dello scacco subito. Non sorprende quindi che nei giorni seguenti
            Stirling fosse promosso tenente colonnello e la sua creatura innalzata a livello di
            reggimento.
               Esito disastroso ebbe anche l’operazione Agreement, l’attacco al porto di
            Tobruk condotto simultaneamente da mare e da terra e sventato dalla reazione
            della guarnigione, costituita  da truppe italiane che, troppo  frettolosamente, i
            servizi informativi britannici avevano definito di seconda scelta, e dall’intervento
            dell’aviazione italo-tedesca. I britannici persero 779 uomini, dei quali 576 fatti
            prigionieri, e non meno pesanti furono le perdite in termini di unità navali, con
            l’affondamento dell’incrociatore Coventry, dei cacciatorpediniere Sikh e Zulu, di
            4 motosiluranti e 2 motolance armate e la cattura o l’affondamento di un certo
            numero di mezzi da sbarco.   Di contro, gli italiani ebbero 54 morti e 29 feriti
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            155   Comando Piazza di Bengasi, Ufficio di Stato Maggiore, Attacco della notte tra il 13 e il 14
               settembre da parte di camionette inglesi, 14 settembre 1942, AUSSMA.
            156   B. MCINTYRE, SAS Rogue Heroes op. cit., p. 163-167.
            157   A. MOLINARI, Desert Raiders op. cit., p. 67-72.


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