Page 293 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)


               Anche l’attacco della Sudan Defence  Force contro Gialo aveva visto
            l’intervento di tutti i velivoli disponibili del 47° Gruppo, trasferiti ad Agedabia
            per condurre più facilmente azioni di mitragliamento e bombardamento nella
            zona dell’oasi. Data la distanza, equivalente a un’ora di volo, queste venivano
            eseguite “a catena con quattro apparecchi alla volta in formazione in ala destra”,
            per poi tornare in quota. L’affondata veniva ripetuta due volte, avendo cura di
            avere sempre il sole alle spalle, dopo di che i velivoli iniziavano il volo di rientro.
            Questi  attacchi, che  portarono  alla distruzione di un numero imprecisato  di
            automezzi e tende, incontrarono una forte reazione contraerea. Il 16 settembre
            il gruppo perse così il CR.42 del maresciallo Adriano Tavernelli, che si lanciò con
            il paracadute e venne catturato, e l’indomani quello del sergente Primo Grinelli,
            che fu visto abbandonare la formazione, probabilmente ferito, e venne ritrovato
            morto tra i rottami del suo biplano tre giorni dopo. Il 17 settembre era stato
            del resto caratterizzato da un’intensa attività nel cielo di Gialo, con l’intervento
            anche dei reparti aerei tedeschi dipendenti dal Flieger Führer Afrika. La sequenza
            degli attacchi era stata aperta al mattino dal bombardamento in quota eseguito da
                                                                    a
            2 Cant.Z 1007bis del 35° Stormo B.T. e da un S.79 della 174  Squadriglia R.S.T.,
            era continuata con la ricognizione offensiva di 2 Ju.88 del I Gruppe del LG.1,
            seguita dal bombardamento eseguito da 7 bimotori dello stesso reparto, ed era
            proseguita con il bombardamento in quota effettuato da un altro S.79 della 174
                                                                                     a
            scortato da 3 Macchi MC.200 del 13° Gruppo C.T., con una serie di attacchi
            da parte dei CR.42 del 47° Gruppo d’Assalto, con un altro intervento di un
                         a
            S.79 della 174  , con un nuovo bombardamento da parte dei Cant.Z 1007bis del
            35° Stormo e infine con l’attacco di alcuni S.79 del 133° Gruppo Aerosiluranti
            riconvertiti in tutta fretta in bombardieri.  Sotto questo martellamento il 18
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            settembre la Forza Z aveva abbandonato l’assedio di Gialo, ormai privo di scopo,
            per rientrare a Cufra.
                Le relazione di Colacicchi, oltre alla sommaria ricostruzione degli interventi
            contro gli incursori britannici, propone alcune significative considerazioni sulle
            modalità di impiego di un velivolo quale il CR.42 che, per quanto datato, in
            questo scenario poteva ancora avere una validità operativa, ed evidenzia come
            il ricorso  all’arma aerea fosse  la soluzione privilegiata per contrastare quella
            particolare minaccia. Il dispositivo di difesa terrestre era infatti caratterizzato da
            una notevole staticità e dalle relazioni emerge chiaramente come la sua capacità
            di contrasto dinamico fosse di tipo reattivo piuttosto che preventivo. Da qui
            l’importanza  dell’attività  di  ricognizione  e  attacco  al  suolo  svolta  dalla  Regia
            Aeronautica con un’efficacia che le macchine impiegate non avrebbero potuto



            163   A. BORGIOTTI, C. GORI, La guerra aerea in Africa Settentrionale 1942-1943. Assalto dal cielo,
               Modena, STEM Mucchi, 1972, p. 115.


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