Page 295 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)
Stazioni che a terra sono sintonizzate sulla lunghezza d’onda prescritta e si
mantengono in comunicazione con la stazione emittente, appena in volo non
funzionano più. Ciò può dipendere:
a) dagli apparecchi che non sono all’altezza del compito
b) dai piloti ai quali non è stato fatto fare alcun corso addestrativo di
radiotelefonia e che perciò possiedono, in tale campo, una preparazione
affrettata
c) dal personale specializzato che è insufficiente e poco addestrato.
Era una situazione sconfortante, per la quale il comandante del 15° Stormo
non era in grado di proporre soluzioni. Allo stesso modo Colacicchi sottolineava
la carenza di qualità nelle lavorazioni dei velivoli in dotazione al reparto, che
alla prova dei fatti si erano dimostrati meno robusti dei CR.42 delle prime serie
di produzione. Ben 9 delle 50 macchine in versione A.S. che gli erano state
fornite avevano dovuto essere versate ai magazzini dei vari aeroporti utilizzati
dallo stormo, perché dopo un solo atterraggio si era avuto il cedimento degli
attacchi del puntone posteriore del carrello, con conseguente deformazione della
struttura. Quanto al motore, il FIAT A.74 RC.38 da 840 cv si comportava molto
bene per le prime 50-60 ore di funzionamento, ma dopo il consumo di olio
cresceva a dismisura per il logoramento delle fasce elastiche e delle stesse pareti
dei cilindri.
Con tutto questo i biplani FIAT e i bimotori Caproni, che poco spazio
trovavano nell’impiego di prima linea, si dimostravano ancora efficaci in
quei compiti di ricognizione armata e attacco al suolo imposti dalla necessità
di controllare le vie d’accesso dal deserto alla fascia costiera, con le sue vitali
installazioni logistiche, e certo ancora di più avrebbero potuto fare se si fossero
adottate soluzioni tecniche e procedurali atte a garantire una reale integrazione
aeroterrestre, facendo tesoro delle lezioni apprese durante il periodo fra le due
guerre. Così purtroppo non fu, e il problema, relativamente al controllo del
territorio e alla protezione delle istallazioni, si presentò in tutta la sua gravità
proprio nell’estate del 1942. L’organizzazione difensiva, pur assorbendo uomini
e mezzi, si era alla fine dimostrata in grado di contrastare le infiltrazioni di
piccoli nuclei di sabotatori, ma le soluzioni basate sul piantonamento dei
velivoli, sulle ronde e sui posti di guardia non erano più adeguate nel momento
in cui si trattava di fronteggiare gli attacchi di pattuglie motorizzate dotate di
un’elevata potenza di fuoco. A Bengasi il fatto che la difesa fosse in allarme aveva
permesso di respingere la Forza X nel momento in cui aveva cercato di forzare
il perimetro difensivo esterno della piazza, e a Tobruk l’operazione Agreement
era fallita anche a causa di obiettivi troppo ambiziosi e di una errata valutazione
dell’avversario, ma a Barce le cose erano andate diversamente, nonostante anche
qui l’attacco fosse atteso.
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