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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
Tutto questo apparve subito chiaro e già il 17 settembre il capo di stato maggiore
dell’aeronautica, generale di squadra aerea Rino Corso Fougier, nell’informare il
Comando Supremo di aver disposto l’invio a Bengasi di 10 Cant.Z 1007bis e 5
S.79 per rimpiazzare i velivoli distrutti nella notte sul 14 settembre, sottolineava
la necessità di incrementare la protezione delle basi aeree contro gli attacchi
di camionette e sabotatori, al momento «scadentissima e per alcuni aeroporti
inesistente». Pochi giorni dopo il Comando Supremo rispondeva ribadendo
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alla 5 Squadra Aerea l’invito a rivolgersi alla Delegazione Africa Settentrionale,
a
DELEASE, l’organo di raccordo tra il comando dell’armata corazzata italo-
tedesca e il Comando Supremo, o al Comando Superiore delle Forze Armate
della Libia qualora non fosse stata in grado di assicurare la difesa dei campi
di aviazione con le proprie risorse. Era questo un tema scottante, perché se
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da un lato l’utilizzo a questo scopo di reparti dell’esercito poneva problemi di
dipendenza gerarchica e in generale di sensibilità interforze, l’impiego di risorse
della sola Regia Aeronautica significava destinare a compiti di difesa locale
piloti e specialisti indispensabili per garantire l’attività di volo. Per evitarlo la 5
a
Squadra Aerea aveva richiesto la disponibilità di 1800 avieri, dei quali peraltro ne
erano giunti al momento in Libia soltanto 700, ritenuti dal Comando Supremo
sufficienti a soddisfare le esigenze almeno della Cirenaica.
A fronte di una sempre più difficile situazione delle risorse umane e materiali
il problema della difesa dei campi di aviazione, e più in generale delle strutture
logistiche, reso più complesso dall’estensione delle linee di comunicazione,
rimaneva dunque aperto ed era una costante fonte di preoccupazione, a
prescindere dai risultati materiali delle incursioni dei commando britannici.
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C’era poi la diffusa convinzione, alimentata dalle dichiarazioni dei prigionieri,
che fossero imminenti altri attacchi, sia contro obiettivi già noti, come Bengasi e
Barce, sia contro obiettivi non ancora toccati, come l’aeroporto di Bu Amud, a
sud di Tobruk, e la base logistica di Marsa Matruh. Nessuna località, per quanto
lontana dalla linea del fronte poteva ritenersi davvero sicura, data la notevole
organizzazione logistica impiantata dall’avversario nel deserto, con una rete di
depositi organizzati a cura e sotto la sorveglianza del LRDG. Infine non c’era da
illudersi che la minaccia potesse svanire con il tempo, un’analisi della situazione
164 Stato Maggiore Regia Aeronautica, telegramma 1B/1454 del 17 settembre 1942, AUSSMA.
165 Comando Supremo, 1° Reparto-Ufficio Operazioni-Scacch. Africa, telegramma n. 32579
Op. del 22 settembre 1942, AUSSMA
166 Comando della Piazza di Bengasi, Ufficio di Stato Maggiore, Ordini operativi, n. 6208 del 9
ottobre 1942, AUSSMA. Il documento, indirizzato tra gli altri al comandante del Settore
Aeronautico Centrale, nel riproporre uno stralcio del bollettino di informazioni sulla
situazione avversaria del 22 settembre costituisce a tutti gli effetti una sorta di preavviso
permanente, inteso a mantenere e rafforzare le misure precauzionali già adottate.
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