Page 307 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)


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               L’aviazione sahariana aveva a Hon le squadriglie 26 , con i Ghibli e i CR.42,
            e 99 , con i trimotori S.79 e S.81, e teneva a Misurata la 103 , montata all’epoca
                                                                    a
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            su  Ca.309  e  impiegata nel  pattugliamento  costiero.  La richiesta  di rinforzi
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            era  quindi  giustificata  ma  si  scontrava  con  la  realtà  di  una  situazione  in  cui
            quanto già disponibile era il massimo consentito dalla situazione generale. A
            causa della perdurante crisi dei rifornimenti il comando della 5  Squadra Aerea
                                                                       a
            riteneva  che  fosse  da  escludersi  qualunque  significativa  attività  aerea  nello
            scacchiere  sahariano,  restando inteso  che,  anche  con  il graduale ricostituirsi
            delle scorte, sarebbe stato possibile svolgere soltanto un programma ben mirato
            di ricognizioni, con qualche missione di bombardamento là dove necessario,
            mentre non poteva essere presa in considerazione, per le difficoltà dell’impresa
            e per la mancanza di macchine idonee, l’ipotesi di attaccare il centro logistico di
            Fort Lamy.  All’aviazione sahariana poteva essere assicurato solo il tempestivo
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            invio dei velivoli rimessi in efficienza dalle squadre di riparazione, ai quali entro
            il mese di ottobre si sarebbero aggiunti 4 S.81 già dei Servizi Aerei Speciali.

               Il  7  ottobre  il  generale  Mannerini,  insieme  con  il  maresciallo  Bastico,  fu
            convocato a Roma per un esame della situazione. Fu in quell’occasione che gli
            venne affidato il comando del Sahara Libico, portato così al livello di divisione
            ribadendone la piena autonomia rispetto alla sfera di autorità del feldmaresciallo
            Rommel. Le  notizie sui preparativi in corso nell’Africa Equatoriale Francese
            confermavano l’esigenza di costituire una zona di osservazione e di arresto in
            cui  contenere qualunque  iniziativa proveniente  dalla  regione  del lago Ciad  e
            Mannerini, che assunse il nuovo incarico il 24 ottobre, aveva in proposito le
            idee molto chiare. Nel deserto si combatteva con i mezzi più che con gli uomini
            e senza forze motocorazzate, aviazione  e relativa  struttura logistica  sarebbe
            stato impossibile mantenere il controllo della vastissima regione che gli era stata
            affidata, compresa tra il 22° e il 30° parallelo e il 10° e il 20° meridiano, con
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            un’estensione di quasi 900.000 km . Occorreva quindi potenziare l’organizzazione
            esistente sfruttando al meglio le risorse disponibili sul posto per accentuarne
            in un secondo tempo, con l’ausilio dei mezzi eventualmente forniti dall’Italia,
            le  capacità  di  manovra  e  reazione  dinamica.  In  un  tale  scenario  i  lavori  per
            potenziare l’organizzazione difensiva dei capisaldi dovevano essere intensificati,
            senza perdere tempo, e al riguardo Mannerini sottolineava nelle sue direttive che
            non avrebbe tollerato negligenze di alcun genere, e questo anche nella resistenza,
            che doveva essere a oltranza. Consapevole delle limitate risorse a disposizione,
            il nuovo comandante del Sahara Libico ribadiva che le inevitabili carenze, alle


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            180   Comando 5  Squadra Aerea, Ufficio Tattico, Direttive per le prossime operazioni, n. 001/OPT.6/E
               del 28 agosto 1942, AUSSMA, Rep. LT-1, B1/37-4.
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            181   Comando 5  Squadra Aerea, Predisposizioni logistiche nei campi aeronautici del Fezzan, n. 3437/
               OP.3 del 2 ottobre 1942, AUSSMA, Rep. LT-1, B1/37-4.

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