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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”


            el-Chebir  e  di  Tmessa,  e  l’installazione  di  pompe,  tubature  e  filtri,  passando
            poi a incrementarne la capacità di resistenza con la realizzazione di ricoveri e
            magazzini sotterranei, la sistemazione in caverna delle stazioni radio e la posa
            di campi minati, perseguita con decisione nonostante la mancanza di personale
            specializzato. Mannerini aveva ottenuto dal Comando Superiore Forze Armate
            della Libia  soltanto un plotone di minatori  del genio, ma  con l’impiego  di
            squadre miste di minatori e di fanti in circa tre settimane vennero predisposti
            campi minati a Hon, Zella, Sebha, Brach, Murzuch, Umm el Araneb, Tmessa,
            Gatrun, Uau  el-Chebir, Ghat. A  Hon  in  particolare, dove furono  utilizzate
            12.500 mine, la fascia minata ebbe uno sviluppo di 8500 metri e una profondità
            di 300. Per quanto riguardava i collegamenti radio, le stazioni fisse rispondevano
            bene allo scopo, mentre quelle mobili non erano in realtà idonee a seguire i
            reparti  in uno scenario ad alta dinamica. Alcune  stazioni radio  tipo Ondina
            furono perciò modificate localmente, mantenendone la portata, non inferiore
            agli 800 chilometri, e scomponendole in due unità, la prima con il trasmettitore e
            il ricevitore, la seconda con le batterie di alimentazione, per un peso complessivo
            di 60 chilogrammi. Infine una particolare cura venne dedicata alla rete delle piste,
            sistemandone 1370 chilometri su un totale di 3200 con una tecnica ingegnosa
            che utilizzava pesanti catene d’ancora trainate da trattori per batterne il fondo, e
            aprendo un itinerario diretto da Hon a Sciueref per avere un’alternativa alla via
            normale da Hon a Tripoli per Gheddaia.  Lo schieramento dei reparti mobili
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            veniva intanto rivisto  con l’obiettivo di ridurne  la dispersione  e  concentrarli
            intorno  ai  comandi  di settore  di Sebha  e di Hon,  accentuando una  linea di
            tendenza già esistente.
               L’arrivo delle prime 8 camionette tipo A.S.42 il giorno 8 novembre permise
            di riequipaggiare con mezzi più potenti e meglio armati la 3  Pattuglia Vigilanza
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            Terrestre Avanzata, aggregata alla 2  Compagnia Sahariana a Zella. Nell’estate
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            del 1942 le compagnie sahariane erano equipaggiate con automezzi tipo A.S.37,
            Lancia 3 RO e FIAT 634, modificati per consentire l’installazione di armi pesanti
            come la mitragliera da 20 mmm o il cannone da 47/32. In attesa di soluzioni più
            avanzate c’era però il progetto di unificarne la dotazione sull’A.S.37 che si era
            rivelato un buon mezzo,  in grado di costituire una piattaforma di tiro stabile e di
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            185   A. MANNERINI, Il “Sahara Libico” nell’ultima fase della guerra in Libia, in «Rivista Militare»,
               1948. Questo dettagliato articolo, in tutto e per tutto assimilabile a una relazione ufficiale, ha
               costituito la base per la ricostruzione degli avvenimenti.
            186   Comando Militare Sahara Libico, Automezzi AS37. Compagnie Sahariane, n. 05640/op dell’8
               agosto 1942, citato in  F. CAPPELLANO,  “Batterie Volanti”. Autocannoni  e artiglierie portate
               italiane  (1915-1943), in  «Storia  Militare Dossier» n. 13 (marzo-aprile 2014),  p. 129.  Le 7
               compagnie sahariane, delle quali una in formazione, disponevano all’epoca in tutto di 35
               A.S.37, 20 Lancia 3 RO, 45 FIAT 634. La compagnia tipo avrebbe dovuto essere organizzata
               su plotone comando (3 camionette), plotone armi da 20 mm (3 camionette porta arma e 2


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