Page 315 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)
di sbarramento delle provenienze da sud. Il primo compito era affidato al
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Settore Costiero, che disponeva di un gruppo caccia, due gruppi da osservazione
aerea, uno su Ca.311 e uno su Ca.313, un gruppo su S.79, con una squadriglia
distaccata a turno nel Sahara, un gruppo su Ca.309, il secondo al Comando
Aviazione Sahariana, retto dal tenente colonnello Vimercati Sanseverino, che
poteva contare su due squadriglie di Ca.309, una sezione caccia, una sezione
trasporti e la squadriglia di S.79 distaccata dal Settore Costiero. Lo Stato
Maggiore della Regia Aeronautica riteneva queste forze sufficienti per far fronte
alle esigenze ordinarie, aggiungendo che per quanto al momento non fosse
possibile incrementarle, anche in considerazione della gravissima situazione
del carburante, in caso di emergenza si sarebbe cercato di provvedere con
trasferimenti dall’Italia o attingendo ai reparti già in Libia. Era un quadro che
non lasciava molte speranze e nella sostanza finiva con il consacrare uno stato di
cose largamente insoddisfacente.
Nel dicembre 1942 le forze a disposizione di Leclerc per una nuova
campagna nel Fezzan, il cui obiettivo finale era Tripoli, ammontavano a 4778
uomini, dei quali peraltro circa 2000 vincolati a compiti logistici o di presidio.
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Il resto costituiva un complesso a livello di reggimento, con un organico di 2758
combattenti, 510 dei quali francesi o comunque europei, con una dotazione di
automezzi che negli ultimi tempi, grazie anche ai rifornimenti statunitensi, era
salita a 787 veicoli. L’articolazione in distaccamenti e pattuglie con cui la colonna
Leclerc aveva operato nel mese di marzo era stata ridisegnata per incorporare i
nuovi reparti via via disponibili, e vedeva ora tre gruppi mobili, un gruppo di
supporto, due compagnie autoportate e un gruppo cammellato, tutti con sezioni
mitragliatrici, mortai e cannoni. I tre gruppi mobili, denominati Groupement
G, D, M, agli ordini rispettivamente del capitano Geoffroy e dei tenenti
colonnelli Dio e Delange, per quanto differenti nella struttura, dal momento
che affiancavano a due plotoni motorizzati un numero diverso di sezioni di armi
d’accompagnamento, erano un’evoluzione del concetto di “patrouille”, di cui
mantenevano la mobilità incrementandone la capacità di combattimento. Il
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191 Stato Maggiore R. Aeronautica, SUPERAEREO, Ufficio Operazioni, Reparti per l’Aeronautica
della Tripolitania, n. 1B/18223 del 2 novembre 1942 (F. MATTESINI, M. CERMELLI, Le
direttive tecnico-operative di SUPERAEREO, Vol. II, Gennaio 1942 - Settembre 1943, I Tomo, p.
443-444).
192 D. CORBONNOIS, L’odyssée de la Colonne op. cit., p. 90.
e
193 Il gruppo mobile “G” comprendeva il plotone comando, il 2° e il 3° plotone della 2
Compagnie de Découverte et de Combat (DC), una sezione di artiglieria con un cannone da
75 mm; il gruppo mobile “D” comprendeva: il plotone comando, il 1° e il 3° plotone della
1 Compagnie DC, una sezione di artiglieria con 2 cannoni da campagna da 75 mm, una
re
sezione di artiglieria con un cannone da montagna da 75 mm e un obice da 4,5 pollici, una
sezione contraerea con due cannoni Bofors da 40 mm; il gruppo mobile “M” comprendeva:
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