Page 311 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)
assicurare una elevata mobilità su qualunque terreno, grazie al motore affidabile,
alle quattro ruote motrici e direttrici e ai pneumatici dall’ampia sezione. Suoi
punti deboli erano una certa complessità meccanica, la velocità, non superiore ai
50 km/h, e la sagoma troppo alta, un inconveniente questo a cui si era rimediato
presso le officine campali eliminando la cabina e il cassone di legno. Per superarne
i limiti nel 1942 ne venne ordinata alla SPA un’apposita versione, denominata
A.S.43, e nel contempo sempre alla SPA venne commissionata la realizzazione
di un altro automezzo specificamente concepito per il deserto, la camionetta
desertica A.S.42. Questa, entrata in produzione nell’agosto del 1942, utilizzava
la meccanica dell’autoblindo AB.41, semplificata con l’eliminazione della doppia
guida e dell’asse posteriore sterzante, e una carrozzeria dalla sagoma bassa e
filante realizzata dalla Viberti. Il motore da 100 cv le permetteva di superare
agevolmente gli 80 km/h, e lo spazioso pianale centrale consentiva di installare
un armamento costituito tipicamente da una mitragliatrice Breda da 8 mm e
da una mitragliera da 20 mm, o in alternativa, come sull’A.S.37, un cannone da
47/32 o un fucile controcarro Solothurn. L’equipaggio era di solito di 5 uomini:
capomezzo, conduttore e tre serventi. La camionetta sahariana A.S.42 fu uno
dei più riusciti mezzi da combattimento del Regio Esercito e, nonostante gli
elevati costi di produzione e manutenzione, ereditati dalla meccanica dell’AB.41,
avrebbe potuto dare concretezza ai progetti per la creazione di unità speciali per
azioni a grande distanza, fino a intercettare la linea di comunicazione Fort Lamy-
Karthum in concorso con l’aviazione e con analoghi reparti tedeschi. In tal
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senso la scelta di assegnarne i primi esemplari alle pattuglie di vigilanza terrestre
avanzata era certamente razionale, ma l’A.S.42 arrivava troppo tardi e in numeri
troppo piccoli per poter incidere sull’andamento delle operazioni.
Nell’autunno del 1942 per i reparti del Comando Sahara Libico uno dei
primi obiettivi sul piano operativo era il contrasto alle pattuglie del LRDG
che avevano cominciato ad affacciarsi da oriente nel sud tripolino precedendo
l’avanzata dell’8 Armata. A tal fine la difesa poteva sfruttare una rete di posti
a
di intercettazione del traffico radio in grado di localizzare i reparti britannici
e indirizzare di conseguenza l’azione della pattuglie esploranti e dell’aviazione
sahariana, gli sbarramenti di mine creati nei punti di possibile transito quali pozzi,
piccole oasi, segnali trigonometrici, le procedure collaudate per la cooperazione
aeroterrestre, soprattutto durante la ricerca e l’inseguimento, e infine l’incremento
della potenza di fuoco delle “sahariane”, con il moltiplicarsi dei pezzi da 47/32
in sostituzione delle mitragliatrici da 12,7 mm.
portamunizioni), plotone cannoni da 47/32 (3 camionette porta arma e 3 portamunizioni),
plotone mitraglieri (6 camionette delle quali 2 di riserva).
187 Comando Superiore Forze Armate Africa Settentrionale, Stato Maggiore, Varie, n. 01/12744
del 10 luglio 1942, citato in F. CAPPELLANO, “Batterie Volanti” op. cit., p. 127.
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