Page 306 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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Scenari Sahariani – Libia 1919-1943 “La via itaLiana aLLa guerra neL deserto”
era dislocato il LV Battaglione Complementi della Divisione Savona, scampato
alla distruzione di quella grande unità nel gennaio del 1942 perché trattenuto in
Tripolitania e non inviato al confine libico-egiziano.
A riprova di quanto gli avvenimenti che stavano maturando nel profondo sud
della Libia fossero considerati con attenzione, quello stesso mese di settembre
il maresciallo d’Italia Ettore Bastico, governatore della colonia e responsabile
della sua difesa, affidò al generale di divisione Alberto Mannerini il compito
di verificare di persona la situazione nel Sahara. Al termine della sua ispezione
Mannerini presentò una stringata relazione da cui emergeva innanzitutto come
lo schieramento fosse coerente con le esigenze di una difesa manovrata contro
elementi motorizzati leggeri provenienti dal Tibesti o da Cufra. I presidi fissi,
alcuni dei quali dovevano ancora completare la loro sistemazione difensiva, non
erano però in grado di impedire all’avversario di utilizzare a sua volta le oasi come
basi di appoggio e di rifornimento idrico. Solo l’intervento dei reparti mobili,
sostenuti dall’aviazione, poteva impedirlo, ma a tal fine le compagnie sahariane,
per quanto bene addestrate, dovevano essere equipaggiate con mezzi più idonei
di quelli in dotazione, puntando sulle nuove camionette desertiche. Mancavano
poi batterie mobili, una carenza che sarebbe stato opportuno eliminare al più
presto con l’assegnazione di qualche batteria autoportata o autotrainata, e i mezzi
corazzati, necessari per contrastare l’eventuale impiego di mezzi similari da parte
dell’avversario. Nel caso che il Sahara fosse stato interessato da operazioni di
vasta portata, questo dispositivo avrebbe dovuto essere rafforzato con grandi
unità organiche, necessariamente motocorazzate perché quelle di fanteria erano
inadatte alla guerra nel deserto. Per quanto riguardava infine l’organizzazione dei
servizi, era da migliorare la rete stradale, con il rassetto delle piste principali, e
bisognava ricostituire le scorte di carburanti.
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Un capitolo a parte era quello dell’aviazione. Oltre ai due campi principali di
Hon e Sebha esistevano campi avanzati protetti da presidi fissi a Gatrun, Umm
el Araneb, Brach, Murzuch e Tmessa, e campi di atterraggio di fortuna, come
quelli impiantati a Uau el-Chebir, a Bir Musciurù o lungo la pista fustificata di Bir
Ouzu, da utilizzare come punti di appoggio per iniziative offensive aeroterrestri
proteggendoli all’evenienza con reparti sahariani. Perché l’intervento dei
mezzi aerei potesse essere immediato ed efficace, Mannerini raccomandava
di incrementare il numero dei velivoli rispetto alle disponibilità del momento,
in tutto 7 Ca.309, 5 CR.42, 2 S.79, 2 S.81, portando lo strumento aereo alla
consistenza di almeno un gruppo da caccia e una squadriglia da bombardamento.
179 Comando Supremo, 1° Reparto, Ufficio Operazioni, Ricognizione Sahara Libico (relazione Gen.
Mannerini), promemoria per il Capo Ufficio Operazioni del 5 ottobre 1942, AUSSME, Rep.
I-4, b.18, f.2.
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