Page 319 - Scenari Sahariani - Libia 1919-1943. La via italiana alla guerra nel deserto
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La Difesa DeL sahara Libico (1940-1943)


            e con provvedimenti di “cannibalizzazione” alla rottura di un certo numero di
            barre di torsione, dall’altro dalla mancanza di carburante. Il 2 gennaio il capitano
            Montessoro propose al comandante di Sebha, colonnello Antonio Luciano, di
            intervenire in soccorso del presidio di Umm el Araneb con due dei suoi plotoni
            carri, da autotrasportare fino a una ventina di chilometri da quel presidio, con le
                                          a
            autoblindo disponibili e con la 3  Compagnia Sahariana ancora operante in zona,
            ma la proposta venne respinta proprio a causa della carenza di carburante, un
            fattore, che nel condizionare in maniera decisiva la condotta delle forze dell’Asse in
            tutto il teatro operativo libico, svuotava ulteriormente di significato la formula “ali
            e motori” che avrebbe dovuto garantire la difesa del Fezzan e del sud tripolitano.

               La risposta negativa del colonnello Luciano era anche la conseguenza
            dell’ordine di iniziare la ritirata verso la costa, diramato il 1° gennaio dal Comando
            Superiore Forze Armate della Libia. Il settore di Ghat doveva ripiegare su Nalut,
            il settore di Sebha e quello di Hon su Garian, recuperando i presidi minori per
            quanto consentito dalla disponibilità di automezzi.  Era questa la prima fase di
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            un movimento, da armonizzare nei tempi con la ritirata dell’Armata Corazzata
            Italo-Tedesca di Rommel, che avrebbe dovuto portare al successivo arretramento
            in Tunisia di tutto il dispositivo. Dopo un acceso confronto con Rommel, il 27
            dicembre il Comando Supremo aveva infatti accettato di autorizzare il graduale
            ripiegamento verso la Tunisia e il conseguente abbandono della Tripolitania.  In un
                                                                               200
            tale contesto non era più né utile né necessario continuare ad agire offensivamente
            contro le forze di Leclerc. Il compito delle truppe del Sahara Libico diventava
            ora quello di svolgere un’azione ritardatrice finalizzata a impedire che la colonna
            Leclerc arrivasse a intercettare la litoranea in tempo utile per disturbare la ritirata.
            In previsione del prossimo congedamento delle truppe libiche, delle quali non si
            prevedeva un impiego in Tunisia, al termine della ritirata queste avrebbero dovuto
            raccogliersi nella parte occidentale dell’arco gebelico, tra Nalut e Giado, agli ordini
            del comandante del Regio Corpo Truppe Libiche, generale Buttà, mentre i reparti
            nazionali si sarebbero concentrati tra Giado e Garian, agli ordini del generale
            Mannerini. L’ordine di ripiegare arrivava però troppo tardi per i presidi di Gatrun
            e Umm el Araneb, già impegnati in combattimento e comunque privi o quasi di
            automezzi, mentre il presidio di Ghat si trovava in seria difficoltà a eseguirlo non
            riuscendo a radunare il numero di cammelli necessario. 201


            199   M. MONTANARI, Le operazioni op. cit, Vol. IV, Enfidaville (novembre 1942 - maggio 1943),
               Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito, 1993, p. 155.
            200   Comando Supremo, I Reparto, Ufficio Operazioni-Scacchiere Africa, Direttive per le operazioni,
               n. 34245 del 27 dicembre 1942, riportato in M. MONTANARI, Le operazioni op.cit., Vol. IV,
               Enfidaville (novembre 1942 - maggio 1943), All. n. 12.
            201   Comando Superiore Forze Armate della Libia, n. 831 Op del 15 gennaio 1943, AUSSME,
               Rep. I-4, Racc. 49, Fasc. 14.


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